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 Il processo di Bologna

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Cos'è il processo di Bologna?
Com'è organizzato?
Com'è iniziato?
Bologna 1999
Praga 2001
Berlino 2003
Bergen 2005
Londra 2007

Cos'è il processo di Bologna?

Il Processo di Bologna è un processo di riforma a carattere europeo che si propone di realizzare entro il 2010 uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore. E' un processo la cui peculiarità è data dalla partecipazione di 46 paesi europei [1], con il sostegno di alcune organizzazioni internazionali in un contesto blandamente strutturato.

In sostanza, il processo di Bologna rappresenta un grande sforzo di convergenza dei sistemi universitari dei paesi partecipanti che sta coinvolgendo direttamente tutte le istituzioni europee e le loro componenti. L'obiettivo perseguito è che nel 2010 i sistemi di istruzione superiore dei paesi europei e le singole istituzioni siano organizzati in maniera tale da garantire:

  • la trasparenza e leggibilità dei percorsi formativi e dei titoli di studio

  • la possibilità concreta per studenti e laureati di proseguire agevolmente gli studi o trovare un'occupazione in un altro paese europeo

  • una maggiore capacità di attrazione dell'istruzione superiore europea nei confronti di cittadini di paesi extra europei

  • l'offerta di un'ampia base di conoscenze di alta qualità per assicurare lo sviluppo economico e sociale dell'Europa

Si tratta indubbiamente di un obiettivo ambizioso e non esclusivamente riconducibile al Processo di Bologna. Il Processo si propone tuttavia di predisporre e rendere operativi gli strumenti necessari al suo raggiungimento.

Prima di andare oltre, è opportuno chiarire subito due aspetti fondamentali del Processo di Bologna.

In primo luogo, nonostante la varietà di documenti adottati dai ministri dell'Istruzione superiore dei paesi partecipanti, il Processo non si basa su un trattato internazionale a carattere vincolante per i governi dei vari paesi. Pertanto ciascun paese - e la sua comunità accademica - aderisce liberamente e volontariamente ai principi concordati, sollecitato soltanto dal desiderio di realizzare un obiettivo comune.
In secondo luogo, il processo non si propone l'armonizzazione dei sistemi di istruzione europei, ma persegue il mantenimento della loro diversità, sia pur all'interno di una cornice comune; e si impegna a costruire ponti tra paesi e sistemi di istruzione diversi in modo da agevolare la mobilità degli individui senza intaccare la specificità di ciascun sistema. Se così non fosse si perderebbe il senso stesso della mobilità: perchè muoversi se i percorsi di studio sono ovunque gli stessi? Semmai gli sviluppi promossi dal Processo servono a rendere più agevole la "traduzione" da un sistema all'altro e pertanto dovrebbero contribuire ad incrementare la mobilità di studenti e docenti nonché il livello di occupabiltà attraverso l'Europa.

Com'è organizzato?

Il processo si realizza a vari livelli: internazionale, nazionale ed istituzionale.

A livello internazionale vi sono varie modalità di collaborazione e varie strutture che contribuiscono all'avanzamento del processo.
Innanzitutto, i Ministri dell'Istruzione dei paesi partecipanti si incontrano ogni due anni per valutare i risultati raggiunti, formulare ulteriori indicazioni e stabilire le priorità per il biennio successivo. Dopo il primo incontro a Bologna nel 1999, i Ministri si sono riuniti a Praga nel 2001, a Berlino nel 2003 e a Bergen nel 2005. L'ultimo incontro si è tenuto a Londra nel maggio 2007.
Nei periodi intercorrenti tra le conferenze ministeriali un ruolo fondamentale è svolto dal cosiddetto " Bologna Follow-up Group" (Gruppo dei Séguiti di Bologna), che si riunisce due volte all'anno ed è composto dai rappresentanti di tutti i paesi firmatari e dalla Commissione Europea. Il Consiglio d'Europa, l'EI (Education International Pan-European Structure), l'ENQA (l'associazione delle Agenzie per l'accertamento della qualità), l'ESIB (organismo di rappresentanza degli studenti), l'EUA (Associazione delle università europee), l'EURASHE (che rappresenta il settore non-universitario), l'UNESCO-CEPES e l'UNICE (la confederazione degli industriali europei) svolgono il ruolo di membri consultivi. Infine, numerosi seminari, detti "di Bologna", vengono organizzati ogni anno in varie sedi europee per discutere i temi connessi al processo, esaminare gli ostacoli ancora esistenti e proporre nuove forme di collaborazione.

Il livello nazionale vede in ciascun paese il coinvolgimento del governo e, in particolare, del Ministro titolare dell'Istruzione superiore, della Conferenza dei Rettori o altre Associazioni di istituzioni di istruzione superiore, delle Organizzazioni studentesche e, in alcuni casi, anche delle Agenzie per l'accertamento della qualità, delle Associazioni imprenditoriali o di altre organizzazioni di rilievo. Molti paesi europei hanno già attuato riforme strutturali dei loro sistemi di istruzione superiore per adeguarsi agli obiettivi di Bologna, mentre altri si preparano a farlo: in alcuni casi questo significa modificare la struttura dei titoli e l'organizzazione dei corsi di studio, in altri introdurre il sistema di crediti europeo o agevolare la mobilità di studenti e laureati.

A livello istituzionale sono stati coinvolti nel processo di riforma Facoltà, Dipartimenti, Corsi di studio e molti altri attori istituzionali, con priorità diverse da paese a paese, da istituzione a istituzione. Occorre sottolineare il ruolo fondamentale delle istituzioni nel Processo di Bologna e affermare con chiarezza che, senza il coinvolgimento diretto e la partecipazione convinta degli accademici, cui spetta la corretta applicazione dei principi europei a livello istituzionale, sarà molto difficile raggiungere alcuni degli obiettivi indicati dai Ministri sin dall'inizio del processo.

Com'è iniziato?

L'antecedente alla dichiarazione di Bologna, documento istitutivo dell'omonimo processo, è la dichiarazione della Sorbona, con la quale vengono specificate già le prime mete della Area Europea dell'Istruzione Superiore.

Bologna 1999

Dalla firma della Dichiarazione di Bologna (1999), il processo ha assunto una impostazione più stabile incentrata sul sistema a tre livelli descritto. Inoltre Mr Pedro Lourtie veniva nominato "general rapporteur" con il compito di monitorare i principali sviluppi del processo e di presentare un rapporto in occasione del successivo vertice ministeriale, fissato per il 2001 a Praga (rapporto Lourtie).

Il Documento enunciava sei obiettivi specifici:

  • Adozione di un sistema di titoli facilmente comprensibili e comparabili, anche tramite l'uso del Diploma Supplement

  • Adozione di un sistema essenzialmente fondato su due cicli principali, rispettivamente di primo e secondo livello

  • Adozione di un sistema di crediti didattici - sul modello dell'ECTS

  • Promozione della mobilità attraverso la rimozione degli ostacoli al pieno esercizio della circolazione di studenti, ricercatori e personale amministrativo

  • Promozione della cooperazione europea nell'accertamento della qualità

  • Promozione della necessaria dimensione europea dell'istruzione superiore

Su tali principi si sono espresse nel Messaggio di Salamanca anche le istituzioni europee, rappresentate dalla EUA, le quali, riaffermando la loro autonomia, hanno dichiarato la loro piena disponibilità a perseguirli. A loro volta gli studenti dell'ESIB hanno presentato la Dichiarazione di Goteborg quale loro contributo al successivo incontro dei Ministri.


Praga 2001
Dato il carattere dinamico del processo, la Conferenza ministeriale di Praga (2001) lo arricchiva di nuovi obiettivi. In particolare

  • alle istituzioni ed agli studenti veniva riconosciuto il ruolo di partner a pieno titolo nel perseguimento degli obiettivi comuni

  • veniva riaffermata la dimensione sociale del processo di Bologna

  • veniva riaffermato il principio che l'istruzione superiore è un bene pubblico ed una responsabilità pubblica

L'incontro di 40 Ministri a Berlino ha aggiunto un altro importante obiettivo al Processo di Bologna:
La ricerca ha un ruolo fondamentale nell'istruzione superiore in Europa: lo spazio Europeo dell'Istruzione superiore e lo Spazio Europeo della Ricerca costituiscono i due pilastri di una società basata sulla conoscenza. Occorre quindi andare al di là dei due cicli ed includere un terzo ciclo - il dottorato di ricerca - nel processo di convergenza europea.

Berlino 2003

Sempre a Berlino i Ministri hanno deciso di valutare nel successivo incontro di Bergen (2005) i progressi fatti sui tre obiettivi del processo di Bologna identificati come prioritari:

  • il sistema a due cicli

  • l'accertamento della qualità

  • il riconoscimento dei titoli e dei periodi di studio

A tal fine hanno incaricato il Gruppo dei Séguiti di Bologna di realizzare un'analisi comparativa dei risultati ottenuti nei tre settori dai singoli paesi partecipanti e di far effettuare un approfondimento su due temi particolari:

  • criteri e linee guida comuni per l'accertamento della qualità, con mandato all' ENQA (European Network of Quality Assurance Agencies)

  • uno schema europeo di riferimento per i titoli accademici - basato su carico di lavoro, livello, risultati di apprendimento, competenze e profilo professionale - con mandato ad un apposito gruppo di lavoro

Bergen 2005

Nel recente incontro di Bergen (19-20 maggio) i Ministri hanno recepito il rapporto del Gruppo dei Séguiti sullo stato di avanzamento dei processi di riforma nazionali nelle tre aree identificate come prioritarie, rilevando il progresso fatto ed i problemi ancora da risolvere. Hanno inoltre recepito il documento del gruppo di lavoro sullo Schema europeo di riferimento per i titoli accademici, che comprende tra l'altro i "Descrittori di Dublino", impegnandosi all'elaborazione entro il 2010 di schemi nazionali compatibili con tale schema europeo. Hanno infine adottato i criteri e le linee guida proposte dall'ENQA per l'accertamento della qualità e accolto il principio di un registro europeo delle Agenzie di valutazione sottoposto a verifica nazionale.

Le nuove priorità delineate dai Ministri per il periodo 2005-2007 riguardano:

  • la sinergia tra formazione e ricerca e l'organizzazione del dottorato

  • la dimensione sociale del Processo di Bologna

  • la mobilità di studenti e docenti nell'ambito dei paesi partecipanti

  • e le relazioni fra lo Spazio europeo dell'Istruzione Superiore ed il resto del mondo

Per la riunione di Londra del 2007 sarà dato mandato all'EUA di preparare un rapporto sui principi fondamentali relativi agli studi di dottorato, mentre il Gruppo dei Séguiti presenterà i dati relativi alla mobilità e alla dimensione sociale degli studi nei paesi partecipanti.

Al Gruppo dei Séguiti si richiede, inoltre, di continuare l'analisi dei progressi fatti nei vari paesi in relazione a cicli di studio, qualità e riconoscimento, con particolare attenzione a:

  • l'applicazione dei criteri e delle linee guida proposte dall'ENQA

  • la realizzazione degli schemi nazionali di riferimento per i titoli

  • il rilascio ed il riconoscimento dei titoli congiunti, anche a livello di dottorato

  • la creazione di percorsi di istruzione superiore flessibili, con procedure per il riconoscimento dell'apprendimento effettuato in altri contesti


[1] I 47 Paesi del Processo di Bologna Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia e Herzegovina, Bulgaria, Città del Vaticano, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica ex-Yugoslava di Macedonia,Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Serbia e Montenegro, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria.