PALESTINESI CONTRO. L’ ATTENTATO AL PREMIER HANIYEH SECONDO LA STAMPA INTERNAZIONALE, DALL’AFRICA ALL’OCEANIA.

 

 

 

                                                                                                               A cura di DARIO NICOTRA 

 

 

                                                                                                       

<<Lei sta lanciando una guerra contro Dio e una contro Hamas>>, ha affermato Khalil al Hayya, esponente di Hamas in parlamento, come si legge su “Al Jazeera” (www .Al Jazeera.net) del 16 Dicembre 2006, in occasione del 19° anniversario di Hamas. Così, Khalil al Hayya ha risposto al presidente palestinese, Mahmoud Abbas, il quale in un suo discorso a Ramallah, sabato 16 Dicembre 2006, ha annunciato la possibilità  di elezioni anticipate per oltrepassare questa fase di stallo politico. <<Il Presidente deve scegliere tra le pallottole e il voto. Lui sceglierà il voto. Questo è l’unico modo per evitare la prospettiva di una guerra civile>>, commenta, su “Al Jazeera” (www.Al Jazeera.net) del 16 Dicembre 2006,  Saeb Erakat, un aiutante di Abbas, in seguito ai fatti di sangue avvenuti a Gaza. Le ostilità tra le due fazioni, peraltro, non sono nuove e gli scontri fino ad ora non sono mancati.

Gli esponenti di  Hamas sono convinti che Fatah cerchi in ogni modo di far traballare il loro governo, tentando di portare a termine, perfino, un colpo di stato. << Gli esponenti di Fatah che cercano di arrivare ad un colpo di Stato si dovranno assumere la responsabilità del caos che si genererà nelle strade della Palestina>>, ha dichiarato, come riferito dal quotidiano indiano “Hindustan Times”(www.HindustanTimes.com) del 15 Dicembre 2006, Mushir al Masri, statista di Hamas. Fatah nega le accuse ma sembra proprio che le due fazioni siano arrivate ai “ferri corti”. Le tensioni, infatti, sono cresciute in queste ore, dopo che il Premier palestinese di Hamas, Ismail Haniyeh, è scampato ad un attentato effettuato nella striscia di Gaza, precisamente a Rafah, nella gionata di giovedì 14 Dicembre 2006, nel quale non solo è rimasta uccisa una guardia del corpo, ma sembra sia stato ferito, fra gli altri, anche il figlio dello stesso Haniyeh. Ismail Radwan, portavoce di Hamas, ha accusato  Mohamed  Dahlan, comandante regionale di Fatah, di aver organizzato l’attentato. << Ha orchestrato l’attentato, che io definirei come un tentativo di assassinio “concordato”…non scapperà alla nostra punizione!>>, ha dichiarato, riferendosi a Dahlan, come riferisce il “Turkish Daily News” (www.TurkishDailyNews.com) del 16 Dicembre 2006. Lo stesso Haniyeh è intervenuto sui fatti che l’hanno visto protagonista, dichiarando, come riporta il quotidiano algerino “El Watan” (www.ElWatan.com) del 16 Dicembre 2006: << Il governo palestinese conosce i responsabili di questo evento deplorevole, sappiamo come trattare con queste persone>>.

Alla celebrazione è intervenuto anche il Ministro degli Esteri, Mahmoud al Zahar, il quale con fare minaccioso ha espresso la sua rabbia per l’attentato di Rafah, dicendo, come è stato scritto dal quotidiano sud-africano “Mail&Guardian” (www.MG.co.za.) del 15 Dicembre 2006: <<Noi conosciamo chi ha aperto il fuoco, da oggi non potranno stare tranquilli nemmeno all’interno delle loro case>>. Dahlan, per bocca del portavoce di Fatah, Tawfik Abu Khousa, ha rigettato le accuse al mittente, attaccando i rivali e imputandogli la “copertura” di combattenti non ancora identificati, che si sono macchiati dell’uccisione , avvenuta giorni fa, dei tre piccoli figli di Baha Balusha, un ufficiale dell’intelligence fedele ad Abbas. Haniyeh aveva condannato quest’atto, e aveva promesso delle indagini da parte del governo. Erakat, riguardo all’attacco di Rafah, aveva affermato, come si legge sul “Turkish Daily News” (www.TurkishDailyNews.com) del 16 Dicembre 2006: << Noi riteniamo Hamas responsabile dei fatti di Rafah, e di qualunque atto che possa danneggiare Dahlan>>. Il giorno dopo l’attacco al convoglio di Haniyeh 60.000 sostenitori di Hamas, in occasione dell’anniversario del movimento, riuniti in uno stadio a Gaza, hanno manifestato contro l’attentato e contro Fatah. << I responsabili verranno trovati e schiacciati>>, gridano, come riporta il “Turkish Daily News” (www.TurkishDailyNews.com) del 15 Dicembre 2006, i manifestanti. Intanto sia a Gaza, ma soprattutto a Ramallah iniziano gli scontri, da cui scaturiscono vari feriti, fra i sostenitori di Hamas e la polizia fedele a Fatah. Quest’ultima non  ha esitato  ad aprire il fuoco sui sostenitori di Hamas che cercavano, facendosi largo anche con lanci di pietre e bottiglie, di raggiungere il centro di Ramallah. <<32 persone sono state ferite>>, hanno confermato, come si legge sul “Turkish Daily News” (www.TurkishDailyNews.com) del 16 Dicembre 2006, i funzionari dell’ospedale Abou Youssef al Najar. Questi disordini si sono avuti nonostante alcuni dirigenti di Hamas, con i loro interventi, avessero invitato, almeno formalmente, alla calma la folla  partecipante all’anniversario del movimento. << Noi schieriamo le nostre forze per proteggere la celebrazione, la situazione è estremamente delicata, ma cercheremo di prevenire il confronto con Fatah>>, ha detto, come riferisce il giornale egiziano “Middle East Times” (www.Metimes.com) del 15 Dicembre 2006, un leader delle Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas. Fatah  risponde che la sua polizia è stata costretta ad aprire il fuoco, data la pericolosità della situazione. <<Hamas con i suoi commenti aumenta la tensione e il fanatismo, che potrebbe portare ad una guerra civile>>, ha dichirato, come è stato scritto sul quotidiano neo-zelandese “The Evening Post”(www.EvPost.co.nz), Abdallah al Franji, esponente di Fatah. Un soldato di guardia alla casa di Abbas, intervistato da un corrispondente dello stesso “Middle East Times” (www.Metimes.com), ha affermato: << Noi non cerchiamo lo scontro, ma se vengono le nostre forze di sicurezza saranno pronte>>. Abbas nel suo discorso, prima di parlare di elezioni anticipate, aveva  affermato la volontà  di dirimere i conflitti con Hamas, proponendo “un governo di unità nazionale”. I sostenitori di Hamas, naturalmente, sono contrari alle elezioni anticipate. <<Le elezioni si sono svolte meno di un anno fa, Hamas vinse battendo Fatah…come hanno detto anche esperti indipendenti, sarebbe illegale indire nuove elezioni>>, ha affermato, come riporta “The Jerusalem Post” (www.jpost.com) del 16 Dicembre 2006, Fawzi Barhoum, esponente di Hamas. << Chiediamo ad Abbas di adoperarsi per la cattura dei responsabili  dell’attentato>>, ha affermato lo stesso Barhoum, intervistato da  Fares Chahine, inviato di “El Watan” (www.ElWatan.com). “Hindunstan Times” (www.HindustanTimes.com) del 15 Dicembre 2006 riferisce che <<le incomprensioni tra Hamas e Fatah sono molto profonde… Abbas , leader di Fatah, è sicuramente più cauto, rispetto agli esponenti di Hamas, per quanto riguarda il riconoscimento di Israele e il rapporto con quest’ultimo>>. Abbas sarebbe disposto, per evitare altri conflitti a riconoscere Israele. Hamas invece è contrario a questa eventualità e pensa che Fatah sia stato, in qualche modo, aiutato dagli israeliani, i quali hanno trattenuto il convoglio di Haniyeh per qualche ora al confine con la striscia di Gaza, a compiere l’attacco. Ufficialmente il convoglio è stato trattenuto, con il consenso degli Stati Uniti, per non permettere a Haniyeh di entrare a Gaza con 35 milioni di dollari donategli da alcuni paesi musulmani. Inoltre la proposta della Rice, Segretario di Stato degli Stati Uniti, di fornire ad Abbas 10 milioni di dollari per migliorare le sue forze di sicurezza ha contribuito a inasprire ancor di più i rapporti già “infuocati” tra Fatah e Hamas. Al Masri, come riporta “The Evening Post” (www.EvPost.co.nz), al riguardo ha dichiarato: << E’ un’offerta che serve a diffondere agitazione fra la nostra gente, con il fine di istigare un conflitto interno>>. La situazione è talmente delicata che, come è stato scritto sul quotidiano australiano “Sidney Morning Herald” (www.SMH.com.au) del 16 Dicembre 2006, il Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan si è detto <<molto preoccupato>> per i fatti che stanno accadendo nella regione.