Tifoso ucciso, terrorismo ultrà. Quando la violenza diventa sport

 

La notizia vista dalla stampa anglofona:

dall’ Australia all’Afghanistan

 

di Maria Azzurra Silvestro

 

 

Domenica 11 novembre, Gabriele Sandri, giovane dj di 26 anni, è stato ucciso accidentalmente durante il tentativo della polizia di sedare una rissa tra tifosi in un’area di servizio lungo l’autostrada A1 vicino ad Arezzo.

La notizia di questa tragedia è stata riportata, in modo abbastanza diffuso dalla stampa anglofona che, inevitabilmente, ha riferito gli episodi di violenza da parte degli ultras che si sono verificati per tutta la giornata in molte città italiane.

La dinamica dell’ incidente, fino a domenica sera ancora poco chiara, viene descritta brevemente.

Il quotidiano canadese The Globe and Mail riporta: “Gabriele Sandri, disc jockey di 26 anni di Roma, è morto dopo essere stato colpito al collo da un proiettile, mentre era in macchina. I colpi sono stati sparati mentre la polizia interveniva per placare una rissa tra due gruppi- tifosi laziali come lo stesso Sandri e un piccolo gruppo di tifosi juventini.(…)Una prima dichiarazione della polizia riferisce che il poliziotto ha sparato entrambi i colpi in aria”. Il quotidiano australiano the age riporta le parole di Vincenzo Giacobbe, capo della polizia di Arezzo: “E’ stato un tragico errore. Il nostro agente è intervenuto per prevenire la rissa tra due piccoli gruppi prima che degenerasse”.

Anche Afghanistan News sottolinea come la polizia dica “che si è trattato di un tragico incidente”. Il termine accidental ricorre sul quotidiano sudafricano Mail & Guardian, su quello canadese The Globe and Mail e sull’ Irish Independent si parla di “fatal tragedy”.

Tuttavia la dinamica ancora incerta della sparatoria viene messa in evidenza dal Mail & Guardian che riferisce: “la macchina è stata portata via dalla polizia e l’ area di parcheggio esterna all’ autogrill è stata transennata”.

 

Alla notizia della morte del giovane Sandri sono stati numerosi gli episodi di violenza, rivolta in particolare contro la polizia.

Il quotidiano irlandese Irish Independent riporta l’ episodio avvenuto durante la partita Atalanta – Milan: “(…)l’ arbitro Massimiliano Saccani ha fatto tornare negli spogliatoi dopo sette minuti di gioco quando dei tifosi dell’ Atalanta hanno cercato di invadere il campo. Il direttore di gara ha deciso dopo circa 25 minuti di attesa di annullare il match”. The Globe and Mail aggiunge: “Furiosi per l’ uccisione (di Sandri), gli ultras hanno frantumato vetrine, scagliato pietre contro le macchine della  polizia, hanno incendiato cassonetti dell’ immondizia e cellulari delle forze dell’ ordine. Nella capitale italiana, di notte tifosi violenti hanno creato disordini , attaccando una caserma  della polizia vicino allo Stadio Olimpico e facendo irruzione alla vicina sede centrale del Comitato Olimpico. Nella mattinata quattro persone sono state arrestate a Roma, riferisce la polizia. Circa 40 poliziotti sono stati feriti, riporta l’ ANSA”.

 

Tutti i quotidiani citati sottolineano la presenza di un clima di violenza attorno al calcio italiano, già tristemente emerso nel febbraio scorso a Catania in occasione del derby con il Palermo quando venne ucciso l’ agente della polizia Filippo Raciti: “L’ Italia non è estranea alla violenza calcistica” (The Globe and Mail), “La recente violenza ha macchiato la reputazione del calcio italiano” (the age), “Solo in aprile il governo italiano introduceva una legge mirata a reprimere la violenza calcistica” (Afghanistan News).

The Globe and Mail conclude con le parole del Presidente della Federazione Calcio, Giancarlo Abete,: “C’è tristezza ed amarezza, ma il calcio rimane per me qualcosa che può offrire felicità e ridare speranza, come abbiamo visto a Berlino nel luglio 2006”, dice, riferendosi alla Coppa del Mondo vinta dall’Italia”.