Terrore in Pakistan
La notizia vista dai web-magazine.
di Maria Catania
Il
30 ottobre 2007, è stato compiuto un attacco suicida in Pakistan, a Rawalpindi, vicino al quartiere generale militare in cui si
trovava il presidente pakistano Pervez Musharraf. Questo attentato ha provocato la morte
di almeno 7 persone e tredici feriti.
L'attentatore si sarebbe fatto esplodere quando è
stato fermato a un posto di blocco, prima di raggiungere il suo obiettivo. L’obiettivo era il Presidente
Musharraf, rimasto illeso; il kamikaze che si è fatto esplodere in prossimità del quartier
generale dell'esercito, probabilmente sapeva che Pervez Musharraf era in
riunione, forse un'esitazione o il timore di essere scoperto hanno
fatto decidere al giovane di farsi esplodere prima del suo obiettivo. Per gli inquirenti la matrice è la solita, quella islamica. Nei
giorni precedenti, il Presidente
Musharraf, ha dichiarato lo stato di emergenza nel
Pakistan, dopo l'ipotesi che i giudici della Corte Suprema, non avrebbero riconosciuto la legittimità
della sua rielezione contestata dall'opposizione per il ruolo militare che il
generale ancora ricopre.
Il
6 novembre, http://ragionpolitica.it/
riporta che
L’8 novembre 2007, come riportato nel sito http://www.la7.it/news./, il presidente
pakistano Pervez Musharraf ha annunciato che lascerà la divisa di capo dell'esercito
prima di prestare giuramento per il suo secondo mandato alla guida dello Stato.
Lo ha riferito la televisione nazionale affermando, inoltre, che il generale non ha indicato
nessuna data per la rinuncia alla carica militare. Benazir Bhutto l'ex premier
e leader dell'opposizione, rientrata in patria dopo 8 anni di esilio, il 18
ottobre, ha commentato le parole del presidente, ritenendole inutili, e
chiedendo di sapere una data per le
elezioni, e che il presidente si tolga la divisa entro il 15 novembre. Sulla
legittimità della rielezione di Musharraf deve ancora pronunciarsi
Il sito http://euronews.net./
scrive che il presidente pakistano, su pressione della Casa Bianca, e dietro
chiamata del presidente americano Bush, che ha affermato: “L’America non
abbandona il suo alleato nella guerra contro il terrorismo ma preme per un ritorno a condizioni
più democratiche”, ha
fissato le elezioni entro il 15 febbraio. Centinaia di manfestanti legati al
Partito popolare dell'ex premier Benazir Bhutto sono stati arrestati e la
polizia ha lanciato avvertimenti sul rischio di attentati kamikaze.
“Mi impegno a rinunciare all’incarico di capo delle Forze
armate ed organizzare elezioni generali entro il 15 febbraio prossimo”; queste
sono parole dette dal presidente e riferite, giorno 8 novembre, da
(http://www.adnki.com/), dopo un incontro con il Consiglio nazionale della
sicurezza.
Sempre
in data 8 novembre, su http://www.ansa.it/ , scrive che l’ex primo ministro Bhutto rimandata in
Pakistan dagli Stati Uniti che vogliono una transizione democratica nell'unico
Paese islamico con la bomba atomica, ha predisposto una dimostrazione per
giorno
“Ma
invece di cedere alle pressioni Musharraf sembra vada avanti con il suo piano:
eliminati i giudici a lui ostili, non ci sono più ostacoli alla riconferma
della sua presidenza.
Se le dimostrazioni dovessero vedere scendere in piazza milioni di cittadini,
le forze armate potrebbero anche ribellarsi contro il loro comandante.”
In
data 9 novembre, http://newsexcite.it/ , si evince che
Il
9 novembre http://www.euronews.net./
scrive che Benazir Bhutto è stata messa agli arresti domiciliari, definiti come
misura di sicurezza, e per impedirgli di presenziare
alla manifestazione, mentre i suoi sostenitori scendono in piazza. Inoltre vi è
stato
anche un
attentato suicida con alcuni morti a Peshawar, davanti alla residenza di un ministro, rimasto illeso. Oltre 200 i manifestanti dispersi
dalla polizia nella capitale. Decine gli arresti.
Sempre,
su http://www.ansa.it/ ,
il 9 novembre, si deduce che Benazir Bhutto
potrebbe tornare libera. Gli arresti domiciliari ai quali la leader
dell'opposizione pachistana e' stata posta a Islamabad
sono temporanei, ha precisato un portavoce del governo. ''Si trattava di
un ordine di arresti domiciliari temporaneo per impedirle di esporsi a minacce
molto gravi di attentato suicida”.
Giorno 10 novembre, http://www.tgcom./ scrive, che