TERRORE IN PAKISTAN

La notizia vista da La Repubblica, Il Corriere della sera, Libero

 

 

A cura di Elisa Spanò

 

 

Martedì 30 ottobre la Repubblica (www.repubblica.it), il Corriere della Sera(www.ilcorrieredellasera.it) e Libero(www.libero.it), riportano la notizia di un attentato kamikaze contro Musharraf a Rawalpindi(Pakistan) “a circa un kilometro dal quartier generale del presidente pakistano”. Il giornale la Repubblica (www.repubblica.it) scrive: “Secondo le televisioni pachistane, l’attentatore, a piedi, sarebbe stato fermato nei pressi di un autovettura da un posto di blocco di poliziotti. Vistosi scoperto, l’uomo si è fatto esplodere uccidendo sei persone e se stesso.”

 

 

Il 4 novembre sul quotidiano Libero(www.libero.it) si legge: “Dopo un periodo di violenze senza precedenti il presidente pakistano, generale Pervez Musharraf ,ha imposto lo stato d’emergenza.” Già erano presenti voci di corridoi dell’imminente legge marziale. Rafforzate dall’ipotesi che la Corte Suprema non riconoscerebbe la legittimità della rielezione, dello scorso 6 ottobre, di Musharraf. Contestata dall’opposizione per il ruolo militare che ancora ricopre. Il generale in un discorso alla nazione,riportato dal giornale la Repubblica (www.repubblica.it)  spiega che le sue azione si sono rilevate necessarie “per completare la transizione alla democrazia”ed aggiunge “il terrorismo e l’estremismo hanno raggiunto livelli estremi e la magistratura ha paralizzato l’ operato del governo”.

 

 

La modalità di controllo e ordine da parte  del presidente nei confronti della salvaguardia della nazione diventano repressione. Lo dimostrano le notizie riportate dal foglio  La Repubblica (www.repubblica.it) che scrive: “Sospende la Costituzione,mette il bavaglio ai giudici d’alta corte,taglia le linee telefoniche,oscura le emittenti private e ordina raid della polizia negli studi televisivi. E ovviamente manda i carri armati a presidiare strade e palazzi del potere.

 

 

Le azioni del presidente portano al fallimento il patto con Benazir Bhuttho, l’ex primo ministro dovrà tornare in esilio e non trarre più alcun beneficio dall’amnistia per i reati di corruzione. Sempre lo stesso giorno il Corriere della Sera (www.corrieredellasera.it) riporta le parole della Bhutto : “Sono d’accordo con lui sul fatto che ci troviamo di fronte ad una crisi politica, ma credo che la dittatura sia il problema e non costituisca la soluzione”.

 

 

La testata Libero(www.libero.it) rivela che :“Secondo emittente locale,Geo Tv,alcuni militari avrebbero fatto irruzione nella sede del tribunale,arrestandovi il presidente dell’ordine degli avvocati della Corte Suprema, Aitzaz Ahsan, mentre Chaudry,che è anche uno dei principali avversari di Musharraf,sarebbe stato portato via dall’edificio insieme agli altri giudici, sotto la scorta della polizia” .

 

 

Insorgono dichiarazioni riportate dal giornale la Repubblica(www.repubblica.it) da parte dello scrittore Mohsim Hamid che rivela: “Il generale Musharraf ha ripetuto l’errore di ritenere che un uomo sia più importante di un sistema. La via del compromesso era chiaramente percorribile. Il generale Musharraf doveva dimettersi dalla carica di capo dell’esercito e diventare un presidente civile”.

 

 

Preoccupazioni da parte degli Stati Uniti,la testata del Corriere della sera(www.corrieredellasera.it), riporta la notizia di dissenso da parte di George W. Bush e Condoleeza Rice, quest’ultima dichiara: “Capisco le difficoltà di Musharraf, ma non possono essere affrontate con misure extracostituzionali,che fanno uscire il paese dalla strada della democrazia.”

 

 

Lunedì 5 novembre il quotidiano la Repubblica (www.repubblica.it) trascrive le dichiarazioni del primo ministro Shaukat Aziz , che tiene a precisare che non si tratta di una normale emergenza,ma di “un passo extracostituzionale per contenere la crescente ondata di militanti in tutto il Paese”.  La Casa Bianca rimane in allerta, si trova davanti una situazione più che delicata,al di là dei toni minacciosi di Condoleeza Rice, sarà difficile che gli Stati uniti vogliono sospendere l’assistenza militare a Islamabad essenziale per condurre la guerra al terrorismo.

 

 

Il Pakistan considera un’interferenza nei “propri affari” la reazione di condanna con cui la comunità internazionale ha accolto la decisione del presidente Musharraf di imporre lo stato d’emergenza nel Paese. A tal proposito, il giornale la Repubblica (www.repubblica.it) il 6 novembre  riporta le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Mohammed Sadiq: “L’imposizione dell’emergenza è una questione interna pachistana, si tratta di una misura straordinaria. Noi ci aspettiamo dai paesi amici che dimostrino comprensione per la delicatezza della situazione”.

 

 

Mercoledì 7 novembre il presidente americano George W. Bush chiamerà il generale Musharraf per esporre le sue critiche nei confronti dello stato d’emergenza,esortandolo a rispettare il calendario elettorale originale e a lasciare la carica di capo dell’esercito. Il giorno dopo, la Repubblica (www.repubblica.it)  riporta la notizia: “Lascerò la guida dell’esercito, dal presidente pachistano Musharraf arrivano parole di distensione, già pronunciate in passato ma che ora assumono un particolare rilievo”. L’aria di cambiamento viene confermata dal procuratore Malik Mohammad Qayyum, che dichiara: “Le elezioni si svolgeranno in febbraio, cosi è stato deciso. Lo stato d’emergenza rimarrà ancora in vigore e sarà revocato tra un mese o due”.

 

 

Così Pervez Musharraf  mostra di cedere alle pressioni americane e aprire uno spiraglio di compromesso con Benazir Bhutto. Ma l’ex primo ministro non sembra essere convinta dei movimenti del generale. Infatti, il 9 novembre il Corriere della Sera (www.corrieredellasera.it) riporta le dichiarazioni della Bhutto: “L’apertura del presidente non è affatto sufficiente, anzi, appare più come una mossa per prendere tempo”.

 

 

Sabato 10 novembre la testata il Corriere della Sera (www.corrieredellasera.it) riportano la notizia: “Viene repressa la manifestazione anti-Musharraf  proclamata da Benazir Bhutto, la polizia sostiene di aver bloccato la Bhutto per evitare attentati.” L’ ex premier parlerà ai sostenitori e ai media davanti alla sua casa di Islamabad, circondata da filo spinato e poliziotti. Il foglio la Repubblica (www.repubblica.it)  riporta la notizia: “E’ stato l’arresto di Benazir Bhutto ad esasperare Bush, la Casa Bianca è stata finalmente costretta a reagire con durezza”. Il giornale riporta anche la dichiarazione del portavoce per la Sicurezza nazionale Gordon Johndroe: “All’ex primo ministro Bhutto deve essere subito consentita la libertà di movimento”.

Infatti nella notte vengono revocati gli arresti domiciliari alla ex premier ed è bastato perché calmasse le acque.