Dalla stampa italiana: L’Unità, La Stampa, Avvenire

 

Terrore in Pakistan

 

A cura di Sebastiana Spampinato

 

 

L’Unità del 07/11/07 pubblica:” Precipita sempre di più la crisi politico-istituzionale in Pakistan, scatenata dall'imposizione dello stato di emergenza decisa sabato scorso dal presidente, generale Pervez Musharraf, che ha contestualmente sospeso la Costituzione. In giornata le forze di sicurezza hanno fatto ricorso ai manganelli e lanciato gas lacrimogeno all'indirizzo dei sostenitori di Benazir Bhutto, radunatisi nella capitale Islamabad per una manifestazione di protesta. «Mi appello al popolo del Pakistan affinché si faccia avanti!», ha dichiarato Bhutto nel corso di una conferenza stampa, indetta dopo una riunione con altri esponenti dell'opposizione. Circa duecento attivisti del suo Ppp, il Partito Popolare del Pakistan, erano scesi in strada al grido «Niente legge marziale!». I dimostranti hanno tentato di raggiungere la sede del Parlamento, ma a quel punto sono stati caricati dagli agenti in assetto anti-sommossa, che hanno impiegato i gas, quindi hanno percosso i sostenitori dell'ex primo ministro; almeno tre militanti del Ppp sono stati costretti a salire sui furgoni cellulari e trascinati via. «Ne mobiliteremo tanta che non avranno carceri a sufficienza». Un ministro del governo ha definito da parte sua «inopportuno» che le autorità statunitensi stiano apertamente interferendo negli affari interni del Pakistan, alludendo alla visita di martedì alla commissione elettorale pachistana dell'ambasciatore Usa.”. (www.unita.it)

Il giornale Avvenire del 07/11/07: ” In un articolo sulla pagina degli editoriali del New York Times l'ex premier pachistana Benazir Bhutto ha chiesto agli Stati Uniti di scaricare la "dittatura militare" di Pervez Musharraf se il presidente pachistano non accetterà di tornare alla democrazia. A Musharraf gli Stati Uniti devono porre uno scelto, ha scritto la Bhutto: "Democrazia, o dittatura con isolamento.”( www.avvenire.it).

La Stampa del 07/11/07 pubblica: Circa 400 sostenitori dell'ex premier pakistano Benazir Bhutto sono stati arrestati oggi dalla polizia pachistana poche ore dopo l'appello della stessa Bhutto per una protesta di massa contro lo stato d'emergenza decretato dal presidente Pervez Musharraf. Lo ha denunciato un dirigente del partito dell'ex primo ministro. La polizia ha parlato invece di 400 o 500 arresti.”. Dallo stesso quotidiano del 08/11/07: ” Le elezioni legislative previste per metà Gennaio in Pakistan saranno rinviate a Febbraio, secondo quanto riferito dal procuratore generale del Pakistan..” (www.lastampa.it)

Dal giornale Avvenire del 08/11/07: ” L’ex premier Benazir Bhutto, rientrata precipitosamente in Pakistan dopo il “golpe bianco” del generale­presidente Pervez Musharraf, e già vittima di un attacco sanguinoso al suo primo rientro in patria, sembra oggi l’unica in grado di mobilitare grandi folli all’interno del Pakistan. E una prima “verifica” della potenzialità del suo appello alla mobilitazione cadrà già domani, quando i militanti del suo partito scenderanno in piazza a Rawalpindi. Una sfida al regime, non immune da forti rischi. Quanto le forze di sicurezza al servizio di Musharraf siano poco disposte a tollerare manifestazione di alcun genere, lo confermano i tafferugli di ieri a Islamabad. Le forze di sicurezza hanno fatto ricorso ai manganelli e lanciato gas lacrimogeno all’indirizzo dei sostenitori della Bhutto. «Mi appello al popolo del Pakistan affinché si faccia avanti», ha dichiarato Benazir nel corso di una conferenza stampa, indetta dopo una riunione con altri esponenti dell’opposizione. Almeno duecento attivisti del suo Ppp, il Partito Popolare del Pakistan, erano scesi in strada al grido «Niente legge marziale». Almeno tre militanti del Ppp sono stati costretti a salire sui furgoni cellulari e trascinati via.”
Lo stesso quotidiano riporta: ” Il presidente Usa George Bush – nel corso di una conferenza stampa con il presidente francese Nicolas Sarkozy che ha sposato le sue richieste – ha raccontato di aver avuto una «conversazione molto franca» con Musharraf nella quale ha ribadito al generale che gli Usa si aspettano «elezioni al più presto». E il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Gordon Johndroe ha avvertito che la pazienza della Casa Bianca «non è infinita». C’è chi nota come il nervosismo Usa sia aumentato anche in seguito alla debole risposta dell’esercito pachistano alla crescente instabilità militare nelle regioni di frontiere, brodo di coltura del terrorismo.”.

Secondo quanto riportato dal medesimo quotidiano in data  9/11/07 :” Il generale, dopo una telefonata «molto franca» con la Casa Bianca, cede alle pressioni Usa e fissa la data per le elezioni parlamentari.” ( www.avvenire.it)

Dal quotidiano L’Unita del 09/11/07:” Bush ha avuto con Musharraf un colloquio telefonico «molto franco», ha riferito il presidente americano, usando un termine che nel linguaggio diplomatico significa non molto amichevole. Bush ha chiesto che venissero indette le elezioni «presto» e le dimissioni di Musharraf da capo delle forze armate.
Il governo pachistano ha dato la sua versione: Bush ha mostrato «comprensione» e «ha lodato Musharraf e il ruolo critico del Pakistan nella lotta al terrorismo e all'estremismo».
Gli Stati Uniti avevano minacciato di tagliare gli aiuti al Pakistan, circa 12 miliardi di dollari dal 2001.” ( www.unita.it)

Il giornale La Stampa del 10/11/07:” Pervez Musharraf teme la scure del Congresso sugli ingenti aiuti economici americani e spedisce a Capitol Hill un’agguerrita pattuglia di lobbisti per evitare il peggio.
Gli aiuti economici servono al generale-presidente per mantersi in sella mentre quelli militari vengono utilizzati per fare fronte da un lato alla minaccia jihadista e dall’altro per non indebolirsi rispetto al rivale indiano. Ma Patrick Leahy, influente senatore democratico del Vermont e presidente della commissione Giustizia, ritiene che sia giunto il momento di cambiare politica e chiudere i cordoni della borsa, almeno fino a quando Musharraf non assicurerà lo svolgimento di «libere e giuste elezioni democratiche» come d’altra parte lui stesso ha promesso più volte a Bush. David Obey, deputato del Wisconsin e presidente della commissione Appropriazioni della Camera, vede la possibilità di «un’intesa fra Congresso e amministrazione» per far pagare a Musharraf il prezzo della repressione messa in atto negli ultimi giorni. Se finora i lobbisti pakistani avevano contato sull’amministrazione Bush per vincere le resistenze del Congresso democratico ora le tensioni crescenti con la Casa Bianca li obbligano a cambiare radicalmente strategia. Tenendo presente che dal 2001 ad oggi Islamabad ha ricevuto oltre 10 miliardi di dollari in aiuti americani non è difficile comprendere perché Musharraf non lesini fondi per tentare di correggere l’orientamento del Congresso”. (www.lastampa.it)