NUOVE SIGLE
NELLA POLITICA ITALIANA. COSA CAMBIA?
di Donata
Di Stefano
“Questo
nuovo partito sarà protagonista della libertà e della democrazia” ha dichiarato
Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Milano, a margine della
raccolta firme per una petizione per le elezioni anticipate, così scrive La Tribune il 19 Novembre
Sempre
tale quotidiano afferma che: “Il Cavaliere ha dichiarato di aver già raccolto
sette milioni di firme contro il governo di Romano Prodi e che il Paese ha
preso un’altra direzione.”
Il
20 Novembre, il quotidiano Libération si sofferma sullo stato attuale
dell’opposizione in Italia, scrive infatti che ”un anno e mezzo dopo la
sconfitta alle elezioni legislative dell’Aprile 2006, la destra italiana regola
violentemente i suoi conti. Silvio Berlusconi ha deciso di demolire la
coalizione, la Casa delle Libertà, per fondare una nuova formazione, il Partito
del popolo italiano per le libertà (Partito del Popolo).”
Sempre
lo stesso giorno, Libération
riporta le parole di Berlusconi: “Sono stato paziente, sempre rispettoso; loro
al contrario…A questo punto, si cambia”. Si legge inoltre che questa nuova
formazione ha “l’ambizione di essere l’equivalente a destra del Partito
Democratico di Walter Veltroni, nato il 27 Ottobre dalla fusione dei due
principali partiti di sinistra e che va a rappresentare un terzo
dell’elettorato”.
Le Figaro il 22 Novembre scrive: ” Addio Casa
delle Libertà, ciao Forza Italia” e sottolinea come Berlusconi
“esasperato per le critiche incessanti degli alleati rompa i ponti e decida di
creare questa nuova formazione politica”.
L’Humanité del 23 Novembre afferma che “il
Cavaliere vuole fare il Cavaliere da solo e nonostante i suoi 71 anni non si
arrende!”
Le Monde del 21 Novembre afferma che “l’ex
Presidente del Consiglio aveva già detto di voler creare una nuova formazione,
il Partito delle Libertà, di cui ha già depositato il nome.Già allora aveva
espresso il suo desiderio di riunire il centro-destra in un’unica formazione
partitica ma gli alleati si sono mostrati reticenti”.
Le
reazioni degli alleati hanno trovato molto spazio. Le Monde scrive che “l’iniziativa
del Partito del Popolo per ora non ha suscitato un forte entusiasmo. Per
Umberto Bossi, leader della Lega Nord, questo partito non ha forza di
unificazione. Per l’Unione dei Democratici Cristiani (UDC) questo partito è una
pura volontà di marketing politico”.
La Tribune del 19 Novembre riporta la
dichiarazione di Gianfranco Fini leader di Alleanza Nazionale: ”Questo annuncio
rischia di essere negativo e semina confusione. Entrare nel Partito
popolare?Non se ne parla nemmeno!”
Pure
Libération del 20
Novembre si occupa della reazione di Fini che, chiedendo di cambiare strategia
e voltare pagina, sostiene che “l’attesa dell’implosione del governo rischia di
essere simile a quella di Godot”.Il quotidiano scrive inoltre che Fini
“considera vana l’opposizione frontale al governo Prodi e apre alle
negoziazioni con la maggioranza in vista della riforma elettorale”