LA “MINACCIA” IRAN
La notizia vista dalla stampa
spagnola e sudamericana
di Alice Casabona
Teheran accoglie con soddisfazione e
con un grido di vittoria la relazione pubblicata lunedì 3 Dicembre dai servizi dell’
Intelligence statunitense, nella quale si afferma che l’Iran avrebbe sospeso il
suo programma per la produzione di armi nucleari nel 2003.
“ Le affermazioni di Washington sulle
attività nucleari dell'Iran erano solo bugie (...) adesso devono pagare il prezzo di queste
accuse", pubblica le parole del portavoce del Governo iraniano Elham, al
margine di una riunione dei capi dei Poteri Giudiziali dei paesi islamici a
Teheran, il quotidiano spagnolo El Mundo (www.elmundo.es). Secondo Teheran le accuse del
presidente statunitense, George W. Bush avrebbero causato molti danni alla
nazione iraniana e deviato l'opinione pubblica.
Il presidente iraniano, Mahmud
Ahmadineyad al Consiglio di Cooperazione del Golfo in Qatar ha sottolineato che
i rapporti diplomatici tra l’Iran e gli Stati Uniti sono inesistenti da
ventisette anni, mentre ha assicurato che continuerà la sua cooperazione con
l'Organismo Internazionale di Energia Atomica, OIEA, ma che non intende pagare
le sanzioni che l’ ONU gli avrebbe imposto.
Continua invece ad affermare la
pericolosità dell’attività nucleare iraniana G.W.Bush il quale afferma che non aveva nessuna
conoscenza della relazione dell’Intelligence nell’ottobre scorso, quando ha detto che se si voleva evitare una III Guerra
Mondiale bisognava ostacolare lo sviluppo del programma nucleare iraniano.
Tuttavia insiste che la relazione
dell’Intelligence non è una ragione per smettere di esercitare pressione
diplomatica sull'Iran, per evitare il concretizzarsi del suo programma. L'Iran
ha deciso di costruire 50.000 centrifughe di uranio, benché ne possegga già
3.000, ed ha assicurato di non temere le
risoluzioni dell’ ONU e di voler portare avanti il suo programma civile.
“Tagliente George Bush, ieri, in una conferenza stampa alla
Casa Bianca. Gli Usa mantengono aperte tutte le opzioni, perfino quella
militare, rispetto alla situazione in Iran”, titola così Clarin (www.clarin.com
). Secondo lo
stesso Bush infatti il rapporto dell’intelligence statunitense non assicura che
l’Iran abbia veramente sospeso il proprio programma nucleare e che soprattutto
non stia provvedendo alla costruzione di una bomba atomica.
La cosa certa è che le parole del presidente statunitense
sono in netto contrasto con le affermazioni dei servizi segreti i quali
sembrano non essere più disposti alle manipolazioni della Casa Bianca come
avvenne per la guerra in Iraq.
“
Uno degli esempi più chiari della disinformazione
che ci fu prima della Guerra dell'Iraq fu il discorso di Bush il quale affermava che Saddam Hussein
aveva comprato uranio arricchito nonostante l'ambasciatore Joseph Wilson,
marito di un'agente della CIA., Valerie Plame,
appena ritornato dal Niger, sosteneva che non ci fosse nessuna prova .
Più tardi Wilson pubblicò le sue
indagini su The New York Times.
Intanto proclama vittoria il presidente iraniano
Ahmadineyad: "Abbiamo
bisogno di 50.000 centrifughe per somministrare combustibile ad una sola
centrale nucleare per un anno", l’ Iran dispone già di 3.000 centrifughe
nella pianta di Arak, ed ha intenzione di non fermare la propria attività. In
un articolo pubblicato da Millennio
( www.Millennio.com ) si legge: “Gli iraniani devono prendere una
decisione strategica: possono dire la verità alla comunità internazionale sulla
portata delle sue attività nucleari ed accettare totalmente l'offerta stabilita
di sospendere il suo programma di arricchimento di uranio e venire a negoziare,
o possono continuare per il sentiero dell'isolamento”. Il governo statunitense
teme che la nuova relazione dell’ Intelligence
- che rappresenta il consenso di tutte le agenzie di spionaggio degli
Stati Uniti -, debiliti la sua influenza sull’ Iran e la sua capacità di
intensificare le pressioni mondiali su Teheran affinché fermi il suo programma
di arricchimento di uranio, e sollecita governo tedesco a mantenere la
pressione.