Libano,  speranze e  tormenti.

La notizia vista dai  web-magazine.

  di Fulvia Cundari

 

All’alba del 22 maggio 2007 sono ripresi i combattimenti nel Nord del Libano, per il terzo giorno consecutivo, tra l'esercito regolare libanese e i gruppi islamici di Fatah al-Islam, nei pressi del campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, vicino a Tripoli, come riportato nel sito http://news.excite.it/ .

“Se l'esercito proseguirà i suoi attacchi, i nostri uomini sono pronti a battersi fino all'ultima goccia di sangue. La palla è nelle mani dell'esercito, sono loro che hanno cominciato i combattimenti, dunque sta a loro fermarli”  sono le parole di Abu Salim Taha, portavoce del gruppo islamico,  riportate da www.la7.it/news . Sullo stesso sito si legge la dura risposta del governo libanese: il premier Fuad Siniora ha autorizzato l'esercito a "fare piazza pulita" dei militanti islamici di Fatah al-Islam, sottolineando la necessità di porre fine al fenomeno del terrorismo.

La situazione è tragica. Su www.cooperazione.agi.it si legge l’allarme lanciato dalla Ong “Un ponte per...”: la situazione nel campo profughi di Nahr El Bared è "un'emergenza umanitaria che può rapidamente diventare drammatica". Anche l’ONU chiede un cessate il fuoco, per aprire dei corridoi di sicurezza, al fine di aiutare la popolazione del campo profughi, uno dei 12 campi palestinesi in cui operano le Nazioni Unite (www.cnn.com).

Il 22 maggio a partire dalle 14.30, scrive www.arabmonitor.info , i militanti del gruppo islamico Fatah al Islam hanno dato inizio ad una tregua, sino a quando l'esercito libanese rispetterà il cessate il fuoco. L’interruzione dei combattimenti è stata concordata con i rappresentanti dell’esercito libanese, per permettere l’evacuazione dei feriti e l’ingresso delle associazioni umanitarie per il rifornimento dei beni di prima necessità. Su www.paginedidifesa.it, il 24 maggio, viene precisato che questo cessate il fuoco non deve essere considerato come una tregua e Fatah al Islam è intenzionata a portare la rivolta oltre i confini della città di Tripoli, secondo quanto affermato dal portavoce del gruppo palestinese.

Il 23 maggio www.rainews24.it scrive che approfittando della tregua, migliaia di rifugiati hanno cominciato a lasciare l’accampamento di Nahr al-Bared. Subito dopo la tregua hanno fatto ingresso, nel campo di Nahr el Bared, i convogli di aiuti dell’ONU per portare medicinali e generi alimentari. Su www.centomovimenti.com si legge che una pattuglia delle Nazioni Unite, impegnata nella distribuzione di aiuti umanitari, è stata colpita da diversi colpi di arma da fuoco, causando la morte di due civili e due operatori. Non è ancora chiaro chi abbia sparato contro i veicoli, ma l’esercito accusa i miliziani: “ I terroristi di Fatah al-Islam attaccano i convogli umanitari che prestano soccorso ai civili di Nahr el-Bared per rubare le derrate che trasportano” (www.adnki.com) .

Il 25 maggio, dopo due giorni di fragilissima tregua, sono ripresi i combattimenti tra esercito regolare libanese e miliziani di Fatah al-Islam, intorno al campo profughi, come spiegato sul sito www.euronews.net. L’esercito, che ha circondato Nahr al Bared, non può usare la carta dell'irruzione perché un accordo del 1969 vieta ai soldati di entrare nei 12 campi profughi che sorgono in Libano.