Libano, speranze e tormenti

La notizia vista dalla stampa francese

di Valentina Luca

 

“In Libano, ogni volta che gli interessi della Siria sono minacciati, una fiammata di violenza mette in pericolo un governo già fragile” così il 22 maggio il quotidiano Le Figaro annuncia la notizia degli scontri sanguinosi che fanno vittime nella popolazione libanese.

Il portavoce dell’organizzazione Fatah Al-Islam, Abou Salim Taha dichiara un “cessate il fuoco” che ha avuto inizio martedì pomeriggio, alle 14,30 ora locale, al terzo giorno dei combattimenti tra il gruppo islamista e l’armata libanese.  Il portavoce ha anche aggiunto: “Spero che l’armata libanese accetti la proposta al fine di alleviare le sofferenze ai civili del campo di Nahr al-Bared”. I combattimenti sono cessati per un breve lasso di tempo e questo ha premesso a un convoglio dell’agenzia delle Nazioni Unite destinato ai rifugiati palestinesi (UNRWA) di entrare nel campo per fornire presidi medici e viveri. Il convoglio però, è stato mira di colpi d’arma da fuoco che hanno ucciso due civili palestinesi. Nel campo sono stati tagliati acqua ed elettricità, così, come spiega il Courrier International del 23 maggio, “molti abitanti di Nahr Al-Bared hanno trovato rifugio nel campo vicino di Baddaoui in cui già vivevano circa 16000 rifugiati, in tal modo è diventata sempre più insostenibile la mancanza di viveri.”

Il quotidiano La Tribune del 24 maggio, riporta le parole del Ministro della difesa libanese il quale sostiene: “L’armata non negozierà con un gruppo di terroristi e di criminali. Il loro destino è essere fermati e se loro resistono all’esercito, di morire; loro hanno due opzioni: la prima, che noi preferiamo, è che si arrendano, la seconda, che noi non amiamo, è quella dell’azione militare”.

Il quotidiano Le Parisien annuncia l’arrivo a Beirut del nuovo Ministro francese degli Affari Esteri, Bernard Kouchner che ha dichiarato: “Questa visita ha lo scopo di riaffermare la solidarietà della Francia con il Libano e con la sua popolazione in un periodo così critico; il ruolo di uno stato legittimamente eletto è stabilire la sicurezza sul suo territorio”.

Il quotidiano Le Monde in un articolo del 25 maggio riporta alcune dichiarazioni rilasciate ad un suo inviato speciale da parte degli abitanti di Tripoli, luogo degli scontri. E’ opportuno riportare un’importante stralcio dell’intervista.

Mouna Naïm (inviata): Come i miliziani di Fatah Al-Islam hanno potuto insediarsi qui con armi e munizioni, senza sollevare il sospetto dei vicini? Abitante di Tripoli: Perché loro venivano mascherati da donne portando il niqab integrale (il velo che lascia apparire solo gli occhi) e i guanti neri, di rigore (per le donne integraliste).

Il bollettino dei combattimenti scoppiati domenica riporta la notizia di 65 morti. Bisogna fare di tutto per ottenere l’arresto immediato della violenza.