Un treno chiamato Corea

 

La notizia vista da Il Messaggero, Il Giornale, Il Corriere della Sera.

 

di Giulia Indorato

 

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Era dal 1950 che la ferrovia del 38° parallelo che collega le due Coree era chiusa. E’ stata riaperta il 17 maggio, a chiusura della “Politica del sorriso” avviata dal Sud verso il Nord del paese, con il passaggio di due convogli di cinque carrozze: uno del Sud e uno del Nord.

 I due convogli hanno attraversato il confine tracciato durante la guerra fredda, trasportando un totale di 150 passeggeri. Uno è partito dalla stazione Nord coreana di Kumkang ed è arrivato nella Corea del Sud mentre l’altro è partito da Munsan, vicino Seul, per arrivare nella Corea comunista. Già durante il vertice intercoreano svoltosi a Pyongyang nel giugno del 2000 si era prospettata l’apertura delle due linee, per la visita del leader nordcoreano Kim Jongil.

Progettato per la scorsa estate, ma sospeso per la crisi missilistico - nucleare di Pyongyang, il riallaccio dei collegamenti ferroviari fa seguito a un esperimento compiuto positivamente il 5 maggio, si legge sul quotidiano Il Giornale (www.ilgiornale.it). 

I collegamenti lungo la fascia che divide i due stati, la cui guerra è terminata nel 1953 con un armistizio ancora in attesa di trattato di pace, erano stati riaperti nel 2005 solo per autovetture.

“Il cuore della Penisola Coreana ha ripreso a battere”, ha dichiarato il ministro dell’Unificazione Lee Jaejoung, a Musan, alla partenza del treno verso il Nord. L’esponente del governo nordcoreano, Kwon Ho-Ung ha espresso l’auspicio che i due paesi “non deraglino dal binario” della riunificazione. 

Entrambe le dichiarazioni si leggono nei quotidiani Il Messaggero (www.ilmessaggero.it) e Corriere della Sera (www.corriere.it) ma mentre il primo accenna solamente alla simbolicità dell’evento il secondo sottolinea notevolmente questo aspetto.

Non sarà ripreso un servizio regolare, le linee ferroviarie sono state solo rattoppate ma ciò è bastato per parlare di “evento storico”.

La Corea del Sud ha pagato aiuti per milioni di euro, unico sistema per superare il veto nordcoreano e poter organizzare una vera e propria giornata di festa, con tanto di fuochi d’artificio, bande musicali, ministri e autorità locali.

Tutto è stato ripreso in diretta dalla tv e ha alimentato nuove speranze, nonostante la scorta dei treni da parte dei militari.