Un treno chiamato “Corea”.

La notizia vista dalla stampa britannica

 

di Silvia Di Gennaro

 

 

 

L’ultima frontiera della Guerra Fredda è stata abbattuta, così leggiamo in un articolo del The Times del 17 maggio 2007, in cui viene riportato l’evento storico più significativo per il Nord e il Sud della Corea: l’apertura dei collegamenti ferroviari tra le due parti del paese. Dopo 56 anni due treni attraversano il confine più pericoloso del mondo, definito “zona demilitarizzata”, nonostante sia ricoperto da mine, trappole e pezzi di artiglieria, sorvegliati da più di un milione di soldati, come ricorda il The Daily Telegraph. L’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha infatti descritto la zone come “ il più spaventoso posto della Terra”. Nell’articolo del giornale britannico leggiamo la cronaca dell’evento. Due treni hanno attraversato il confine percorrendo ciascuno 25km. Uno è partito dalla città sudcoreana di Musan verso Kaesong nel Nord, mentre il secondo ha attraversato l’opposto percorso da Kumgang nel Nord a Jejin nel Sud del paese.

A bordo di ogni treno hanno viaggiato 100 sudcoreani e 50 provenienti dal Nord. Tra gli invitati all’evento celebrità, politici e il conducente dell’ultimo treno, che nel 1951 percorse quella tratta, dopo l’inizio della guerra coreana. Il The Times fa un cenno a quell’ultimo viaggio, quando i rifugiati a bordo di una locomotiva scapparono all’avanzata cinese dal Nord e furono fermati al confine. Un modello di quel treno si trova oggi al museo ferroviario della Corea con una targa in cui sono scritte le parole: “The iron horse wants to run”.

Molti giornali riportano le dichiarazioni di Lee Jae Joung, il ministro sudcoreano per l’unificazione. “ L’esperimento fatto oggi è un epocale evento che riunirà i differenti punti cruciali della nostra nazione. Questo aiuterà la penisola coreana a superare la sua divisone e ad aprire una nuova era di riconciliazione, coesistenza e prosperità”, sono queste le parole riportate dal The Times.

Anche il Financial Times punta l’attenzione sull’apertura di un nuovo capitolo della storia coreana verso la pace e lo sviluppo. Nell’articolo sono riportate le parole del ministro Lee Jae Joung: “Questa sarà un’occasione che darà sollievo alle tensioni militari, costruendo un clima di fiducia e favorendo la riconciliazione tra le due Coree. Le linee ferroviarie formeranno una completa rete logistica e contribuiranno alla formazione di una comunità economica inter-coreana e allo sviluppo di una bilanciata economia nazionale”. Il giornale specializzato nel settore economico e finanziario si occupa proprio di questo aspetto. Nell’articolo si legge infatti che la Corea del Sud sta facendo pressioni per ripristinare pienamente il servizio ferroviario, al fine di incrementare lo sviluppo del complesso industriale Kaesong nella parte nord del confine, dove le compagnie sudcoreane assumono manodopera nordcoreana a basso costo per produrre beni. Le speranze dei sudcoreani non saranno però presto appagate, perché le due parti devono lavorare per garantire la sicurezza e modernizzare l’obsoleta linea ferroviaria del Nord. La Corea del Sud spera di collegare eventualmente le linee alla rete ferroviaria Trans-siberiana della Russia, che va dalla Cina all’Europa. Anche il The Times ci ricorda che l’evento oltre ad avere un significato simbolico e storico, comporta pure benefici economici. Sin dalla seconda guerra mondiale, infatti, la divisione della penisola ha privato la Corea del Sud di un collegamento via terra con il resto dell’Asia, diventando un’isola circondata da acqua nelle sue tre parti. Eliminando quindi tale barriera il Sud potrebbe essere connesso con una rete di binari ferroviari, dimezzando il tempo necessario per trasportare merci attraverso il mare. Inoltre il Sud potrebbe avere diretto contatto con il suo più grande partner commerciale, la Cina.

Le enormi implicazione politiche ed economiche dell’attuazione del progetto sono sottolineate anche dal presidente sudcoreano Roh Moo-hyun, che ha infatti descritto l’evento come “ un grande passo per il futuro della nazione e del popolo”, come leggiamo sul The Guardian. Nello stesso articolo si sottolinea appunto l’importanza dell’evento come un  modo per avvicinare le due economie, quella aperta e ricca della Corea del Sud e quella povera e isolata del Nord.

Il The Daily Telegraph ci ricorda inoltre come già nel 2000 in uno storico incontro tra il dittatore nordcoreano Kim Jong-il e l’ex presidente della Corea del Sud si era arrivato ad un accordo per il ripristino dei collegamenti, accordo ripreso solo sette anni più tardi. L’attuazione del quale ha generato euforia tra i Coreani presenti all’evento.

In un articolo del 18 maggio il Financial Times pone l’accento su questo aspetto. La partenza del treno dal Sud è stata accompagnata dall’esplosione di colorati fuochi d’artificio, con centinaia di persone che sventolavano le loro bandierine di carta come simbolo della riunificazione della penisola coreana.

Tuttavia al di là della comprensibile emozione dei presenti, i due viaggi sono solo simbolici, in quanto per il momento non sarà ripreso nessun servizio regolare.