UN TRENO CHIAMATO “COREA”.

 

La  notizia  vista dai giornali di lingua inglese: dall’Australia alla Turchia.

 

di Fulvia Cundari

 

Dopo 56 anni giovedì 17 maggio 2007 sono ripresi i collegamenti ferroviari tra Corea del Sud e Corea del Nord. Come leggiamo sul giornale australiano The Age, due treni hanno attraversato la zona smilitarizzata per il primo “viaggio sui binari” attraverso la frontiera, che ha diviso in due la Corea per più di mezzo secolo.

Si tratta di due convogli di cinque carrozze: uno del Sud con 100 passeggeri e uno del Nord con 50, inclusi politici, celebrità e un capotreno sudcoreano, uno degli ultimi ad aver attraversato la frontiera, prima che il collegamento ferroviario fosse interrotto nel 1951, come specifica il giornale maltese Times of Malta.  

Il giornale sudcoreano  Korea Times esordisce dicendo: “il tempo non sarebbe potuto essere migliore per lo storico test dei due treni, che attraversano la frontiera del nord e del sud. Godendo del cielo blu e della brezza primaverile, sono state organizzate due cerimonie nelle stazioni di partenza, per ricordare lo storico evento “. Le cerimonie sono state presiedute dal ministro sudcoreano dell'Unificazione Lee Jae-joung e dall'omologo nordcoreano Kwon Houng. Il quotidiano The Australian riporta le parole dette dal ministro Jae-joung alla stazione di Munsan. “Non è semplicemente una corsa di prova. Significa ricollegare la circolazione sanguigna del nostro popolo. Significa che il cuore della penisola coreana batte di nuovo”. E il Turkish Daily News aggiunge “questo treno rappresenta i sogni, le speranze e il futuro delle due Coree”. Il quotidiano indonesiano The Jakarta Post riporta, invece, l’opinione del nordcoreano Kwon Houng, secondo cui le volontà di riconciliazione tra le due Coree sono state ostacolate da poteri esterni, riferendosi agli Stati Uniti: “anche a questo punto le sfide continuano ad essere tra forze interne ed esterne, che non vogliono la riconciliazione e l’unificazione del nostro popolo”.

The Australian ricorda che l’ultimo convoglio che ha attraversato quella frontiera, l’ultimo giorno dell’anno 1950, trasportava i rifugiati che fuggivano dall’avanzata cinese che da Nord penetrava verso Sud. Quella locomotiva fu però bloccata alla frontiera, e adesso un modello è esposto al “Korean Railway Museum”, con una targa che riporta le seguenti parole: “the iron horse wants to run”. Tra le bandiere blu e bianche e vari stendardi si legge la frase :“il cavallo di ferro galoppa ancora”.

 I treni sono stati salutati da fuochi d’artificio, tamburi e centinaia di persone che sventolano bandiere, come scrive il Times of Malta .

Il China Daily riporta le emozioni di chi aspettava questo momento da tantissimo tempo. Uno dei passeggeri del treno, Yang Hyun-wook, nonché capo dell’ufficio di Seul della Korea Railway Corporation, prima di salire a bordo del treno afferma: “penso che sarebbe dovuto succedere da tempo, ma spero che sia un’opportunità per il Sud e per il Nord affichè diventino una cosa sola”. Ma purtroppo non tutti festeggiano: The Australian  riporta, infatti, l’esperienza di Hong Mu-sun, 71 anni, una tra i trenta parenti dei sequestrati dal Nord che hanno protestato alla stazione di Musan. Suo marito è stato rapito 40 anni fa mentre pescava nel Mar Giallo, lasciandola da sola con i suoi figli. Nella Corea del Sud i rapimenti commessi dal Nord sono stati 485.

Molti si augurano che l’ accordo sulla riapertura delle linee ferroviarie, che i due Paesi avevano raggiunto nel 2003, progettata per la scorsa estate, ma sospesa a causa della crisi missilistico-nucleare del Nord, questa volta sia definitiva, anche se non è ancora chiaro se il collegamento tra le due Coree inizierà regolarmente.