PUTIN E BUSH, “I CARISSIMI NEMICI”

La notizia vista dalla stampa britannica.

di Fulvia Cundari

 

 “Se gli Stati Uniti modificheranno l'equilibrio strategico e andranno avanti con il loro piano, che prevede la creazione di uno scudo missilistico nell’Europa Orientale, la Russia sarà costretta a reagire e puntare i missili nucleari contro città e obiettivi militari europei”. Con queste parole, riportate dal quotidiano britannico “Daily Mirror” il 4 giugno 2007, il presidente russo Vladimir Putin risponde alle minacce provenienti dagli Stati Uniti.

Il quotidiano “The Independent” spiega infatti che “lo scorso gennaio, gli Stati Uniti hanno fatto una richiesta formale per costruire una base radar in una zona militare a sud ovest di Praga, in Repubblica Ceca, e posizionare 10 missili nella vicina Polonia, in modo tale da creare uno scudo missilistico di difesa, per proteggere dell’Europa e l’America da possibili attacchi dell’Iraq”. Motivazione che, come scrive “The Times”,  non convince affatto Putin: “Non ci sono missili, l’Iran non ha missili a lunga gittata. Gli Stati Uniti insistono che si devono proteggere, ma stanno istallando un sistema per proteggersi da una cosa che non esiste. Non è bizzarro? Sarebbe strano se non fosse così triste”.

Putin ironizza sulla situazione e si definisce a tutti gli effetti un democratico a differenza degli altri. Giorno 5, sul “The Times” si legge la sua dichiarazione: “Sono un vero democratico” ha detto. “ Ma questo non è solo un problema, è una tragedia perché sono solo. Non ci sono più veri democratici  al mondo. Non ne esiste più uno dalla morte di Ghandi”.

Mercoledì 6, il quotidiano “The Guardian” pubblica alcune dichiarazioni del leader americano e di quello britannico, volte a rassicurare la Russia. Blair afferma: “Io ho buone relazioni con il presidente Putin. Noi vogliamo mantenere buoni rapporti con la Russia. Credo che le relazioni tra Europa e Russia siano importanti, ma un solido rapporto è possibile stabilirlo solo condividendo gli stessi valori”. Bush, invece, ha cercato di calmare le acque invitando Mosca a cooperare al progetto, visto che anche Repubblica Ceca e Polonia sono d’accordo. “The Times” riporta le sue parole “La Russia non è nostra nemica. Non c’è bisogno di usare la forza perché non siamo in guerra”.

Il giornale “Daily Mirror”, giorno 7, scrive che non  può parlare quindi di una nuova guerra fredda ma piuttosto di una “fredda pace”, e aggiunge : “Il rischio c’è. I critici sostengono che Bush e Blair hanno speso troppe energie sull’Iraq e non ne hanno spese abbastanza per mantenere i rapporti con la Russia”.

Putin, Bush e Blair si sono incontrati a Heiligendamm al summit del G8, in cui si è discusso anche di questo problema.

Come leggiamo giorno 8, sul quotidiano britannico “The Independent”, Putin con una mossa a sorpresa ha affermato che non avrebbe fatto più obiezioni se il piano degli Stati Uniti si fosse spostato in Azerbaijan, ex repubblica sovietica confinante con l’Iran, il cui leader ha stretti rapporti con Putin. Quest’ultimo ha detto a Bush: “possiamo creare il terreno per un grande lavoro. E se accetterete i missili russi non verranno più puntati sulle città europee”. Stephen Hadley, consigliere del presidente americano ha ritenuto quella di Putin “una buona proposta” e aggiunge “permettete solo che i nostri esperti possano valutarla”.