SARKOZY, LA FRANCIA HA DECISO

 

LA NOTIZIA VISTA DAI WEB MAGAZINE E DAI QUOTIDIANI STATUNITENSI IN LINGUA SPAGNOLA.

 

 

                                                                A CURA DI ANTONIO COCO

 

I cittadini francesi hanno deciso: il nuovo presidente della Repubblica è Nicolas Sarkozy. Alle ore 23:15 del 6 Maggio il ministro dell’Interno francese ha comunicato i risultati ufficiali, il candidato della destra, leader dell'Ump, si è aggiudicato con oltre il 53 per cento dei voti, la vittoria sulla socialista Segolene Royal, prima donna a raggiungere il turno di ballottaggio.

Una Vittoria netta in linea con le previsioni di tutti gli istituti di sondaggio. Ai seggi, chiusi alle 20:00, si è recato l'84,80% degli aventi diritto. Un tasso di partecipazione storica che supera il 73,83% del primo turno.

"Il suffragio universale ha parlato - ha affermato la Royal pochi istanti dopo la diffusione dei primi risultati - auguro al presidente di svolgere al meglio la missione affidatagli dai francesi", con la frase della candidata socialista Royal, sfidante di Sarkozy al ballottaggio delle elezioni francesi, ha inaugurato la pagina il web-magazine centomovimenti  (www.centomovimenti.com ). L’articolo sulle elezioni transalpine si proietta soprattutto verso le critiche che la stessa Royal ha manifestato nei confronti del suo partito e sulla gestione della campagna elettorale.

Un secondo articolo dello stesso web-magazine invece sottolinea come il neo-presidente successore di Chirac si è presentato al popolo francese,  "Restituirò ai francesi la fierezza della Francia - ha affermato - darò un nuovo valore al lavoro, all'autorità, al merito" e ricorda che l’insediamento si avrà il 16 di Maggio.

L’articolo cita come il governo italiano sia stato tra i primi a complimentarsi con Sarkozy, seguito dal presidente della Commissione Europea Barroso e critica il governo Inglese che si è congratulato attraverso un portavoce e non con lo stesso presidente Blair.

Ragion Politica ( www.ragionpolitica.it ) ha elogiato i due candidati ed il loro comportamento post-voto, le loro dichiarazioni sono state Improntate alla massima correttezza istituzionale. La Royal, che ha parlato per prima, ha subito ammesso la sconfitta e augurato buon lavoro all'avversario, incitando i suoi a continuare a lottare per "una nuova sinistra" e per le "vittorie future". Sarkozy ha ammonito a rispettare "madame Royal" perché solo in questo modo si possono rispettare i suoi elettori. Ha poi affermato di essere il presidente di tutti i francesi.
I toni distesi non hanno impedito l'avverarsi dei timori di scontri. Si sono segnalati scontri, condotti da giovani militanti del Ps, a Nantes, Parigi, Tolosa, Rennes, Brest e Lione. La paura che esplodesse di nuovo la violenza della banlieues, definite a suo tempo "feccia" dal presidente appena eletto, non si è avverata. Il segretario del partito socialista, François Hollande, marito di Ségolène Royal, ha insistito, pur comprendendo la delusione dei militanti, sulla "necessità di controllare la rabbia" e sul fatto che in democrazia "vale la legge del voto".

Il Web-Magazine Wema (www.wema.it ) invece si scaglia contro l’informazione italiana sulle elezioni francesi, in quanto più che diritto di cronaca sull’evento francese si è proiettata solo sulle conseguenze che questa potrebbe scaturire, critica come ogni fatto segnalato è stato presentato in ottica italiana e non viene raccontato nudo e crudo l’avvenimento, si prende come esempio le dichiarazioni di Giuliano Ferrara che gli ha attribuito una posizione  anti-DICO, sui giornali di sinistra che lo hanno paragonano ad un “novello” Berlusconi da combattere “fino alla morte”, sulla radio Popolare che al momento dell’annuncio della sua vittoria era talmente furente da impedire al rappresentante in Italia della destra francese di proferire parola in quella che avrebbe dovuto essere un’intervista, su come il Foglio sia entusiasta che Sarkozy abbia escluso l’ingresso della Turchia in Europa perché decisamente non europea come collocazione geografica.

Diario, (www.diario.it) ricorda come Sarkozy è riuscito nel capolavoro di incarnare agli occhi della maggioranza dei francesi la novità, mentre la Royal ha rappresentato tradizione e continuità, un paradosso, quello di una destra che riesce a comunicare di essere il nuovo, di fronte a una sinistra più rispettosa di istituzioni e tradizioni, l’articolo continua descrivendo le possibili conseguenze a livello europeo con l’elezione di Sarkozy e riporta le parole dello stesso in campagna elettorale “se l’Europa continua ad allargarsi senza criterio, si fa il gioco di chi auspica un’Europa debole”, l’articolo punta il dito contro gli USA (che spingono perché la Turchia entri in Europa), mentre Sarkozy auspica un’Europa forte, integrata e economicamente concorrenziale, che vuol dire di chiusura alla Cina, per esempio, ma di apertura alla Polonia. Un’Europa con un presidente e un esecutivo forti.

Si sottolinea che Nicolas Sarkozy vuole ridurre il numero di funzionari, alleggerire l’imposta patrimoniale, snellire il servizio sanitario e modificare la legge sulle 35 ore. In politica estera, «Sarko l’americano» guarda oltre Atlantico. In piena guerra irachena, nel 2003, Sarkozy viene discretamente ricevuto all’ambasciata statunitense: «Potete contare sulla mia devozione, ma per ora sono tenuto a sostenere Chirac» diceva il leader dell’Ump. Nel settembre 2006, il candidato della destra transalpina va a Washington a incontrare George Bush. «Mi sento uno straniero in patria», gli confida Sarko.

Il Web Magazine Marianne ( www.marianne.com ) ri-pubblica  un articolo sul passato burrascoso del neo-eletto francese condito da una serie di interviste a persone che lo hanno conosciuto bene in passato, articolo che era già stato pubblicato qualche giorno prima delle elezioni francesi.

L’articolo descrive il neo-presidente come un  uomo che fa paura, più paura, secondo i sondaggi, di un Jean-Marie Le Pen ormai invecchiato e isolato. «Carismatico, ma tormentato», così gli amici definiscono l’ex ministro degli Interni. Nicolas Sarkozy è un «uomo post»: post gollista, post ideologico, post mitteleuropeo e post francese.

 Nicolas Sarkozy è un meteco della Repubblica che ha fatto del suo sradicamento e della sua inquietudine un progetto di società. «Sono pronto a tutto pur di realizzare le mie ambizioni», confessò Sarkozy. Nel mondo disincantato e sradicato del sarkozismo, l’agitazione sostituisce la passione, l’ambizione la speranza e l’eccitazione l’entusiasmo. «La politica non mi dà più passione, la sola cosa che mi dà del piacere è l’idea di raggiungere un obiettivo». Sarkozy ha paura del silenzio. Nel suo ufficio, le televisioni restano sempre accese. «Quell’uomo è troppo inquieto e tormentato», dicono gli avversari, ma anche i compagni di partito.
Il 13 aprile Sarkozy attende l’inizio di una trasmissione della terza rete pubblica alla quale è stato invitato. I tempi di attesa si prolungano. “Nessuno è qui per accogliermi”, tuona improvvisamente Sarkozy,”se ne sbattono del mio nome. La direzione di questa rete bisogna cacciarla. Ora non posso ancora farlo. Ma non si preoccupino, lo farò presto”.
Un secondo articolo dello stesso web-magazine analizza come Il voto per Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy abbia modificato profondamente le basi del voto di sinistra e di destra.

Fino a oggi, l’opposizione tra gauche e droite si strutturava attorno all’asse Nord-Sud: il Nord votava a destra e il Midi all’opposizione. La divisione tra la gauche di Mitterrand e la destra di de Gaulle coincideva con la frattura tra bonapartisti e repubblicani registrata 160 anni fa, all’epoca dei plebisciti di Napoleone III. L’ascesa di Nicolas Sarkozy ha invece sparigliato le carte. La linea di frattura tra gauche e droite ruota e si riposiziona: non più Nord bonapartista contro Sud democratico, ma Est sarkozista contro Ovest royalista.

Il Quotidiano ispanico statunitense el nuevo herald (www.elnuevoherald.com ) mette in risalto come il neo-presidente francese nel suo primo discorso ha prestato particolare attenzione alla politica straniera. Sarkozy ha garantito che  '' Washington può contare sull'amicizia della Francia” ed ha dato risalto al suo cuore europeo  dopo due anni dal voto francese negativo alla costituzione europea attraverso il referendum.

Il Quotidiano statunitense in lingua spagnola “La Opinion (www.laopinion.com ) mette in risalto come la politica del presidente francese dipenderà molto anche dalle elezioni legislative del 10 e 17 Giugno. Per quanto riguarda la  politica, l’articolo mette in evidenza come  sarà una forma differente di governare, più diretta, vicino alla città ed ai relativi problemi. Alleviare le tensioni nella periferia sarà una delle sfide più grandi per Sarkozy come presidente.

Sarkozy riceverà da Chirac una nazione con gli stipendi sospesi e un'economia debilitata in paragone a quelle delle altre nazioni dell’ Unione Europea, con un’alta percentuale di poveri e con una periferia piena di immigranti.

Figlio di immigrati, Sarkozy ha messo in primo piano la sua voglia di combattere l’immigrazione clandestina e riguardo all'Africa, esso detto, “desideriamo aiutarli per sconfiggere le malattie, la fame, la povertà e per vivere pacificamente, la Francia e l'Africa decideranno una politica comune  di immigrazione coerente con i bisogni del paese.”

Il Quotidiano in lingua spagnolo statunitense, diario las americas (www.diariolasamericans.com )  mette in evidenza come il mese prossimo sarà importante per la politica francese in quanto si svolgeranno le elezioni politiche parlamentari, che visto il sistema francese saranno decisive nell’attuazione delle politiche riformiste del neo-presidente Sarkozy. L’articolo continua mettendo in risalto come Sarkozy sia un ammiratore degli Stati Uniti, a quale ha preso in prestito a lui alcune idee. L’articolo si conclude precisando come ci siano stati dei malumori in territorio francese dopo il risultato delle elezioni, con le proteste sfociate soprattutto nelle periferie delle città principali e con un numero altissimo di agenti di polizia (5000) che hanno risposto con i lacrimogeni ed idranti ai vari tentativi di violenze nelle città transalpine.