Pena di morte. I sì e i no sulla stampa italiana
A cura di Claudia Trovato
La condanna a morte e l’esecuzione di Saddam Hussein vengono riportati così dal quotidiano
Le reazioni all’evento dall’Italia vengono cosi
riferite da
Dopo l’esecuzione di altri
due fedelissimi di Saddam Hussein giorno 15 gennaio del nuovo anno nuove
reazioni ha suscitato l’evento nel panorama politico internazionale nel
quotidiano Il Tempo del 16 gennaio si legge “I
due coimputati di Saddam Hussein sono stati impiccati prima dell’alba di ieri
per crimini contro l’umanità. Prima uno scarno
comunicato del governo iracheno poi il racconto con dettagli macabri
dell’esecuzione di Barzan al-Tikriti
e di Awad al-Bandar,
fratellastro di Saddam il primo, giudice del tribunale rivoluzionario il
secondo. La notizia dell’esecuzione delle due impicazioni
ha riacceso le polemiche. Nuovo, deciso «no» dell’Italia e
dell’Unione Europea alla pena di morte. Nel giorno dell’esecuzione di Barzan al-Tikriti e di Awad al-Bandar,
il presidente del Consiglio, Romano Prodi e il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso,
ribadiscono la contrarietà del nostro paese e dell’Europa alle esecuzioni
capitali. «Manteniamo la stessa posizione tenuta per Saddam
Hussein - ha detto Prodi al termine dell’incontro a Palazzo Chigi
con Barroso - l’Italia è contro la pena di
morte. Non spendiamo alcuna altra parola».
«Apprezziamo le iniziative italiane all’Onu - ha sottolineato Barroso - e lavoriamo
insieme per mettere fine alla pena di morte. Bisogna convincere quei Paesi dove
ancora c’è la pena di morte ad accettare una moratoria». Anche il ministro
degli Esteri, Massimo D'Alema è
tornato a condannare l’esecuzione dei coimputati nel processo a Saddam Hussein.
La morte di al-Bandar e di al-Tikriti, ha detto ad Abu Dhabi il capo della Farnesina,
«suscita la stessa reazione causata dall’esecuzione di Saddam Hussein. Noi
siamo contrari in linea di principio alla pena di morte e ribadiamo
questa posizione - ha aggiunto - siamo dispiaciuti per il fatto che gli appelli
venuti da più parti non siano stati accolti e riteniamo che le esecuzioni non
aiutino la pacificazione dell’Iraq». È «un esito che ci
lascia drammaticamente sconcertati», ha commentato il ministro della
Giustizia, Clemente Mastella. Il Guardasigilli ha spiegato che nel vertice dei
ministri della Giustizia che si svolgerà oggi a Dresda «ho fatto mettere all’ordine
di giorno una linea comune in sede Onu nell’ambito
dei Paesi europei in ordine alla moratoria sulla pena
di morte». Per Amnesty international
quella di ieri è stat «Una brutale violazione del
diritto alla vita e un’ulteriore opportunità persa per
gli iracheni di veder rispondere del proprio operato i responsabili dei crimini
commessi sotto il regime di Saddam Hussein». Anche da Londra parole di condanna . «Siamo contrari alla pena di morte, ma si tratta di una
decisione presa da un governo sovrano»: è stato così, riaffermando la propria
opposizione alla pena di morte, che il ministero degli Esteri britannico ha
reagito all’esecuzione dei due ex gerarchi di Saddam Hussein, Barzan al-Tikriti e Awad al-Bandar.”
Il quotidiano Il
Corriere della sera del 16 gennaio riporta: “L'Italia e l'Unione europea sono contrarie alla pena di morte. Lo hanno
ribadito il primo ministro italiano Romano Prodi e il
presidente della Commissione europea José Manuel Barroso dopo le ultime esecuzioni in Iraq di Barzan Ibrahim al-Tikriti e Awad Ahmed al-Bandar.
«La mia posizione è quella espressa in occasione dell'esecuzione di Saddam Hussein.
L'Italia è contraria alla pena di morte e non c'è da spendere alcuna altra parola al riguardo», ha detto Prodi. «
Dal quotidiano Il Mattino del 16 gennaio
leggiamo: “Il primo passo concreto lo farà oggi il
Guardasigilli Clemente Mastella. A Dresda, dove sono riuniti i ministri della
Giustizia e dell’Interno dei 27 Paesi dell’Unione
europea, chiederà di appoggiare la proposta italiana di una moratoria sulla
pena di morte. Infatti, soltanto forte di un sostegno
unanime, l’iniziativa promossa dal governo Prodi potrà avere qualche chance di
essere ascoltata nel Palazzo di Vetro, sede dell’Onu
a New York. Ieri, buon viatico per l’impresa italiana, è arrivato il sostegno
del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso,
in visita a Roma: «Per una questione di principio l’Unione europea è contraria
alla pena di morte. Nessun uomo può togliere la vita a
un altro uomo. Apprezziamo e appoggiamo tutte le iniziative italiane all’Onu. Dobbiamo lavorare insieme per arrivare alla
moratoria». Accanto a lui il premier Prodi commenta
così le due nuove esecuzione in Iraq: «L’Italia è contro la pena di morte. Non
voglio spendere altre parole. Sulla questione manteniamo la stessa posizione
che abbiamo tenuto nei riguardi dell’impiccagione di Saddam Hussein». Il mondo politico si schiera tutto a sostegno
dell’iniziativa italiana e guarda con preoccupazione a quanto accade a Baghdad.
«Non si costruisce una democrazia con le impiccagioni», dicono i Verdi,
trovando il sostegno anche di partiti dell’opposizione, come l’Udc. Marco Pannella apprezza l’intervento
di Barroso, mentre L’Osservatore Romano condanna «il crudele giustizialismo
che ancora una volta fa del patibolo il suo strumento». Anche
il segretario generale dell’Onu, Ban
Ki-Moon ha espresso «rammarico» per l'impiccagione,
eseguita ieri, dei due coimputati di Saddam Hussein
nel processo per il massacro di Dujail. Lo ha
riferito la portavoce di Ban, Michelle
Montas, sottolineando come
il governo di Baghdad non abbia ascoltato gli appelli del Palazzo di Vetro
perché venisse risparmiata la vita di Barzan al Tikriti e di Awad Ahmed al Bandar.”