Pena di morte. I sì e i no sulla stampa francese
A cura di Tiziana Genovese
Dopo
l’impiccagione di Saddam Hussein
avvenuta a Bagdad il 30 dicembre,e
la condanna dei suoi complici Bazar al-Tikriti,anziano capo dei servizi segreti,e Awad al-Bandar,ex
presidente del tribunale rivoluzionario, si è aperto un dibattito
internazionale sulla pena di morte.
Il
quotidiano francese Liberation (www.liberation.fr)
il 15 dicembre scriveva che la pena di morte non è
oggetto di nessuna proibizione internazionale. Certamente l’UE l’ha interdetta
per i suoi stati membri e il Consiglio d’Europa esige una moratoria da parte
loro,ma l’ONU non l’ha mai messa fuori legge.
Essa
resta in vigore in 68 paesi,di cui
Le Monde (www.lemonde.fr) dedica
alle reazioni sulla pena di morte il titolo:”Critica internazionale
,delusione di Condoleezza Rice”.
Infatti il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice,in visita in
Egitto,ha espresso la “delusione” del suo paese dopo l’esecuzione,lunedì 15 gennaio
a Bagdad,dei complici di Saddam Hussein,
ritenendo che i due uomini dovevano essere impiccati “con più dignità”.
Il
Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon ,ha
avuto rimpianto che le esecuzioni hanno avuto luogo
nonostante i suoi appelli alla clemenza,lo ha affermato lunedì 15 tramite la
sua porta voce Michèle Montas. Louise Arbour ha
sostenuto che queste esecuzioni sono equivalenti a una
violazione del diritto internazionale e potrebbero rendere difficile “una messa
al giorno di altri crimini ugualmente orribili commessi in Iraq”. Londra sottolinea che le esecuzioni non potevano lasciare traccia
di “maniere dignitose”. Dal canto suo,il presidente
della Commisione Europea, Josè Manuel Barroso,ha portato lunedì,il
suo sostegno al progetto italiano della moratoria internazionale sulla pena di
morte.
Le
dichiarazioni del presidente vengono riportate dal
giornale francese
Dal
quotidiano Les Echos (www.lesechos.fr), infine, si evince che
il presidente della Repubblica francese Jaches Chirac ha preso la sua decisione,
rispondendo a un desiderio del presidente del Consiglio Costituzionale, Pierre Mazeaud. Il
presidente della Repubblica si era pronunciato per una revisione
costituzionale: ”Iscrivo solennemente che nella nostra costituzione la pena di
morte sia abolita in tutte le circostanze”. La scelta del presidente è ora
caduta su una disposizione che, in seno al titolo VIII della Costituzione
consacrata all’Autorità giudiziaria, all’articolo 66-1 affermerà: “Nul
ne peut être
condamné à mort” (“Nessuno può essere condannato a morte”).