Nuove sigle nella politica italiana. Cosa cambia?

La notizia vista dalla stampa belga

 

di Maria Catania

 

Nella politica italiana si sta assistendo ad un lcambiamento, all’interno delle due coalizioni.

La nascita del Partito Democratico ha portato ad un movimento nella politica e ad una risposta dal centro-destra.

 

Il quotidiano belga “Le Vif/L’Express” (http://www.levif.be/) , in data 19 ottobre 2007, in un articolo scrive: “Il carismatico sindaco di Roma Walter Veltroni, dopo il suo trionfo alle primarie, il 14 novembre 2007, giorno della nascita del Partito Democratico di centro-sinistra, diventa leader del nuovo Partito nato dalla fusione dei Democratici di sinistra (ex-PC) e della Margherita (ala sinistra dell’antica Democrazia Cristiana)”. Ma si sottolinea che: “Bisogna senza dubbio aspettare la prossima primavera per le elezioni locali, per sapere se l’euforia attuale, nella posizione della sinistra è un fuoco di paglia”.

Sempre su “Le Vif/L’Express” il 26 ottobre 2007 si evidenzia che: “Parlare di rivoluzione di ottobre, come ha fatto il quotidiano L’Unità, è senza dubbio esagerato”, ma nonostante ciò, il successo delle primarie del nuovo Partito che unisce la sinistra moderata, è stato “un bello e buono sconvolgimento per il paesaggio politico”, il quotidiano continua scrivendo: “Ci si interroga sulla rivalità che oppone Prodi a  Veltroni, candidato ufficiale alla sua successione, questo fa temere una difficile coabitazione tra i due uomini”, anche se entrambi hanno dichiarato che il nuovo Partito è “la realizzazione di un sogno comune”. Il leader del Partito Democratico Veltroni dice: “ Non smetterò di ripetere che il suo partito sosterrà il governo Prodi fino alla fine della sua legislatura, nel 2011”.

 

Il quotidiano Le Soir” (http://www.lesoir.be/) il 19 novembre 2007 riporta che il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi, “il grande comunicatore” così scrive il quotidiano, all’insaputa dei suoi alleati domenica 18 novembre 2007, in una piazza di Milano oltre sette milioni di italiani hanno firmato “la petizione organizzata per il suo partito Forza Italia, per liberarsi del governo di Romano Prodi, e chiedere elezioni anticipate”, facendo perno sulla difesa del bipolarismo e l’alternativa alla sinistra portando così lo sfaldamento della Cdl.

In un articolo del 20 novembre 2007, sempre il quotidiano “Le Soir” scrive: “Silvio Berlusconi annuncia ufficialmente la nascita del suo nuovo partito”, o almeno questa è la sua intenzione; il nome del partito non è ancora stato stabilito, ma verterà tra “Partito della libertà” oppure “Partito del popolo della libertà”. “Il nome sarà scelto democraticamente da un’assemblea di cittadini” così ha riferito l’ex Presidente del Consiglio, mettendo in questo modo fine al suo Partito di Forza Italia creato nel 1993, ma questo ha rappresentato soprattutto una rottura nei confronti della sua coalizione, la Casa delle Libertà, nata nel 1996, sorprendendo tutti, ma particolarmente i suoi alleati.

 

“Il capo dell’opposizione italiana ha annunciato che creerà una nuova formazione, dalla quale si fonderà il suo partito attuale, Forza Italia”, queste parole vengono anche sottolineate sul quotidiano La Dernière heure” (http://www.dhnet.be/) del 22 novembre, esso riporta che l’annuncio dell’ex presidente, ha aperto “una contestazione da parte dei suoi alleati di destra dopo il suo insuccesso di fare cadere il governo Prodi del  voto sulla finanziaria di venerdì scorso”, adottata dal Senato con pochi voti di scarto.

 

Dal quotidiano La Libre Belgique (http://www.lalibre.be/) in data 20 novembre, si evince che l’esponente di punta della coalizione di centro-destra, Silvio Berlusconi, “ha intenzione di federare la destra per opporsi alla sinistra di Prodi, ma i suoi alleati contestano la sua leadership”. Scopo principale del capo dell’opposizione di destra è quello di “unire la destra moderata, con la formazione del nuovo partito, e far cadere il governo di Romano Prodi, andando immediatamente a nuove elezioni”. Il quotidiano, continua scrivendo che: “il Presidente del Consiglio, Romano Prodi è riuscito ad imporre il suo punto di vista: riuscire a fare implodere la maggioranza, il vincitore sono io, dice”. Immediata la risposta di Berlusconi: “ Raccogliere firme per rimandare il governo a casa”. I suoi alleati, non hanno appoggiato “l’impresa” di Berlusconi. Un suo alleato, Gianfranco Fini leader del partito di Alleanza Nazionale, dice di “essere totalmente indisponibile a sciogliere il proprio partito a favore invece del nuovo Partito del popolo della libertà”, da questo si evince che i rapporti tra i due sono alquanto glaciali; la stessa cosa è successa con Pier Ferdinando Casini, capo della destra cattolica, anche se il rapporto è ancora “più sfumato”; Umberto Bossi, della Lega Nord dice: “Nessuno può fare cadere un governo senza sapere quello che verrà dopo”, da tutto questo si evince che gli animi in Italia non sono abbastanza tranquilli.

“L’Italia ha urgente bisogno di una nuova legge elettorale, che gli assicuri un governo stabile, la regola attuale viene considerata come un tour de cochon”, questo quanto evidenziato dal quotidiano. La legge elettorale adottata in Italia, dal 1993 al 2005 era un sistema elettorale misto, ossia la Camera dei Deputati veniva eletta per ¾ con sistema maggioritario e ¼ con il proporzionale, con la riforma del 2005 (applicata per la prima volta nelle elezioni politiche del 2006) si è ripristinato un sistema proporzionale corretto dal premio di maggioranza (che assicura un numero elevato di seggi), e del sistema di soglie, (che mira a disincentivare i piccoli partiti),

Sul  quotidiano si legge che: “l’ex Premier afferma che è stato concepito il sistema proporzionale per frammentare l’universo parlamentare e rendere la vita difficile alla maggioranza di centro-sinistra, eletta nel 2006”. L’obiettivo finale di Berlusoni è quello di una grande coalizione post-elettorale fondata sui due principali partiti rafforzati da una legge elettorale proporzionale con sbarramento, che siano in competizione fra di loro per il Governo, per raggiungere questo obiettivo il capo dell’opposizione è anche disposto a dialogare con Veltroni; l’idea è quella di un “modello tedesco“. “Gli alleati, se così si possono ancora chiamare, Fini, Casini e Bossi sono, al contrario di Berlusconi, disposti per un ritorno ad un regime maggioritario, che si apra al bipolarismo”.

“Da tutto questo si evince che la nostra politica italiana è sottoposta a continui cambiamenti, che avvengono soprattutto all’interno delle due coalizioni, che mirano al Governo, quindi ad avere un posto di particolare rilievo”.