NUOVE SIGLE NELLA POLITICA ITALIANA: COSA CAMBIA?

 

LA NOTIZIA VISTA DAI SETTIMANALI ITALIANI

 

Di Maria Concetta Giaimo

 

 

 

 “Silvio Berlusconi allarga Forza Italia, cambia nome e spiazza,come spesso gli capita, tutti. Scompaginando i piani dei parrucconi, anche suoi alleati.Sostanzialmente ha detto: “ volevate il partito unico? Eccolo . Il partito unico sono io”. Il Partito delle libertà o il Popolo delle libertà ( il nome ha detto il Cavaliere lo sceglieranno i cittadini aderenti) spariglia. E con la mossa del cavallo della scelta del proporzionale e dell’abbandono del bipolarismo va a trattare direttamente con Valter Weltroni sulla legge elettorale.

Il nuovo partito potrebbe anche avvicinarsi al 40℅, dicono le prime rilevazioni: a Forza Italia  andranno aggiunti Gianfranco Rotondi della Dc, Francesco Storace de la Destra, de Gregorio, Carlo Giovanardi dall’Udc e qualche altro da Alleanza Nazionale. Insomma un testa a testa con il Partito Democratico di Veltroni. In un sistema che entrambi vogliono proporzionale e con sbarramento ai piccoli. Oltretutto Veltroni e Berlusconi si cautelano contro il possibile referendum: essendo i due partiti più grossi mirano a quel benedetto premio di maggioranza per il partito più grande che sta scritto nell’esito referendario.

Ma la vera novità di ieri è l’abbandono del bipolarismo. Auspice, lo ha detto lo stesso Berlusconi, ne è  Giuliano Ferrara. Il direttore del Foglio, da sempre tra i grandi consiglieri del Cavaliere, ha convenuto che il tempo del bipolarismo è finito.” Così scrive Panorama uscito in edicola venerdì 23 novembre.

 

 

“ C’è un giro di bufera isterica. La politica italiana sembra trovarsi a una svolta epocale. Qualcuno giura che sta cominciando una Terza Repubblica. Ma in Campidoglio, Valter Weltroni è sempre lo stesso. Cordiale e fermo. Soprattutto nel difendere il governo di Romano Prodi: - Nel 2008  non si andrà a votare. E per il governo non c’è nessuna data di scadenza -  . Questo quanto scritto da  Giampaolo Pansa sul  settimanale L’espresso del 23 novembre che riporta un’intervista fatta al leader del Partito Democratico. Eccone una parte:

Adesso Silvio è pronto al dialogo.

“ Bene è un fatto positivo. Sino a domenica scorsa, nessuno del centrodestra voleva parlare con noi. Erano bloccati, guardavano le nuvole. Persino Fini credeva che le divisioni nell’Unione avrebbero fatto cadere Prodi!”

Lei ha detto che la nascita del Partito del Popolo o delle Libertà è il riconoscimento di una sconfitta. Ma adesso il Cavaliere, con uno strumento nuovo in mano, è più temibile o no?

“ Io non sottovaluto Berlusconi. Ha una sua missione e molti soldi. Però un partito può nascere una sola volta per impulso personale. Ma farne nascere un altro tredici anni dopo. Non riesco per ora a vedere una grande capacità espansiva di questo nuovo partito”.

Eppure il suo disegno è lucido anche se cinico: distruggere An o l’Udc e  mangiarsene una parte.

“ Ha fatto anche di peggio. Per esempio, l’operazione Storace ha l’obiettivo di mettere paura a Fini, di obbligarlo ad arrendersi”.

 

 

 

 

 

 

In fondo, il Cavaliere e lei vi assomigliate su un punto: la vocazione maggioritaria.

“No. Noi abbiamo unito due partiti, abbiamo portato un mare di gente alle primarie. La sua operazione è tutta diversa. Lui, per ora, ha cambiato il nome  a Forza Italia e basta. Ed è anche molto meno moderato, perché insegue la parte più infuriata del paese”.

La Casa delle libertà è morta. Ma Berlusconi è ben vivo. Perché le tante sinistre continuano a prenderlo sottogamba?

“ Per la verità, la sinistra parla solo di lui. È ossessionata da lui. È da tredici anni che parliamo soltanto di Berlusconi e dei comunisti. Invece dovremmo parlare di quello che la gente dice nelle case: precarietà, sicurezza, tasse. Dobbiamo avere l’umiltà di capire che la nostra funzione è questa. Bisogna si andare ‘Porta porta’, ma a quelle delle famiglie.  Comunque, da Torino in poi, il Cavaliere non l’ho mai citato nei miei discorsi”.

 

“Controcorrente l’opinione del leader del Partito Repubblicano, Francesco Nucara, che a Panorama spiega: - Non credo affatto che si tratti della fine del bipolarismo. Il sistema proporzionale lo consente come si è visto anche con la Prima Repubblica fra Dc e Pci - . Per Nucara, che è uomo all’orecchio del Cavaliere:  -  l’unica differenza è che oggi Berlusconi con questo sistema chiede più comprensione dai suoi alleati che stanno sulla stessa barca - .

Come analizzare dunque la mossa del cavallo del Cavaliere? Ecco l’opinione del professor Augusto Barbera, costutizionalista e referendario della prima ora: - Come Veltroni ora Berlusconi punta ad un partito a vocazione maggioritaria. Parla di fine del bipolarismo, e questo potrebbe significare due cose: la prima, che pensa di tornare al proporzionale della Prima Repubblica, dove il partito di maggioranza relativa ottiene l’incarico di forare il governo. Lo scontro sarà a due, tra il Pd di Veltroni e il Pdl di Berlusconi - .

Berlusconi avvia una nuova fase politica. Che forse darà al paese una nuova legge elettorale. Certamente, si è aperta una nuova stagione. Nuova . Meno stagnante dell’attuale.

 

 

 

“La diffusa e crescente insoddisfazione dei cittadini per la politica italiana crea problemi al governo, ma rischia di spiazzare anche l’opposizione di centrodestra. Nell’ultima settimana si sono moltiplicati gli effetti delle iniziative al limite della provocazione di Beppe Grillo sull’opinione pubblica e sul mondo politico. Il comico genovese ha trovato consensi trasversali, più accentuati tra i potenziali elettori di centrosinistra…..L’Unione appare in difficoltà di fronte al moltiplicarsi di segnali di insoddisfazione e alle manifestazioni di protesta. Ma anche la Casa delle Libertà si trova a disagio, e appare divisa e incerta sulla strategia da seguire.

Fini si mostra molto preoccupato per la crescita dell’antipolitica («Beppe Grillo è la punta di un iceberg, di una protesta che monta e da cui rischiamo di essere travolti») e sollecita i quadri di Alleanza nazionale a non farsi coinvolgere nelle decisioni e nelle pratiche che possono mostrare, a livello locale, un aumento dei costi della politica. Anche la Lega, che in passato ha saputo interpretare gli umori popolari e gestire la contestazione della partitocrazia appare in qualche misura infastidita del clamore suscitato dalla mobilitazione promossa da Beppe Grillo. Il partito di Bossi cerca ancora una volta di incanalare l’antipolitica nella protesta del Nord contro il centralismo romano, rendendola più incisiva con le iniziative di rivolta fiscale. Ma la marcia lungo il Po di domenica 16 settembre ha ottenuto risultati molto limitati, ridotta a una celebrazione quasi rituale e scontata nel panorama della politica italiana. Berlusconi dopo qualche esitazione iniziale di fronte al V-Day, si è dichiarato ottimista, convinto che l’antipolitica finirà per riportare il centrodestra al governo. Per mostrare la possibilità di cavalcare e governare il malcontento verso il ceto politico è però costretto a richiamare l’ormai lontano 1994:  «Noi allora riuscimmo a dare una risposta con il Polo delle Libertà, una proposta seria ed efficace». E dimentica che, fino allo scorso anno, l’insoddisfazione diffusa si era orientata contro il suo governo.

Il leader di Forza Italia tenta di proporsi nuovamente come punto di riferimento per la polemica contro la “casta” dei politici. Parte così una campagna sulla stampa amica per denunciare i “costi della politica” attribuibili al centrosinistra. Il clima di opinione di poche settimane fa rendeva il centrodestra certo di una vittoria elettorale. L’ondata crescente di critica verso i politici che si è manifestata con il V-Day non risparmia
la Cdl, e può mettere in moto dinamiche difficilmente controllabili. I leader del centrodestra tentano perciò di  conquistare l’elettorato con le proprie parole d’ordine. Fini si propone di giocare d’anticipo, scendendo in piazza il 13 ottobre con una grande manifestazione di An sui temi della sicurezza e delle tasse. Berlusconi progetta di manifestare contro il governo Prodi il 2 dicembre, cercando di riprodurre l’iniziativa di successo dello scorso anno. La Lega accetta la proposta, ma preferisce promuovere una propria manifestazione a Milano. La scommessa è quella di accelerare i tempi dello scioglimento delle camere, capitalizzando prima possibile il calo di fiducia e di consensi del governo Prodi. La costruzione di un “partito dei moderati” come partito unico del centrodestra, in grado di rispondere e competere con il Partito democratico appare accantonata per il momento, rinviata a tempi migliori. è diventata d’altra parte più distante e defilata la posizione di Casini e dell’Udc, che respingono come qualunquiste le accuse di Grillo ai politici, e lavorano per la costruzione di un centro più ampio in cui possono ritrovarsi tutti i cattolici e i nostalgici della Dc. “ Così il settimanale Left descrive gli avvenimenti politici di questi giorni.