Il vertice
di Annapolis. Prove di dialogo,
nuove
speranze in Medio Oriente
A cura di
Eliana Zazzano
Fine
novembre. Sono ufficialmente iniziati i negoziati per la pace tra Israele e
Palestina.
Nel discorso
inaugurale della Conferenza di Pace di Annapolis, una città ad est di
Washington D.C., il presidente americano George W. Bush ha annunciato che “gli
Stati Uniti avranno un ruolo attivo nei negoziati per la pace in Medio Oriente
ed ha chiesto l’appoggio della comunità internazionale perchè le cose vadano a
buon fine” come si legge sul quotidiano LaRazòn
del 28 Novembre. “Gli Stati Uniti <<offriranno tutta la loro forza per
fare sì che le parti a confronto prendano le decisioni necessarie>> ha
dichiarato il presidente Bush prima di riunirsi alla Casa Bianca con il Primo
ministro israeliano, Ehud Olmert, ed il presidente dell’ Autorità Nazionale
Palestinese, Mahmud Abbas”.
LaRazon riporta anche un’intervista fatta al
sottosegretario di Stato nordamericano Nicholas Burns, nella quale ha spiegato che “Il suo paese ha dedicato
<<molto tempo ed energia>> nel processo di pace tra israeliani e
palestinesi, sottolineando, come Bush, l’importanza << che la comunità
internazionale desse il suo appoggio al Primo ministro israeliano e al
Presidente palestinese per una soluzione tra i due Stati”.
“Comincia il
travaglio politico per il Primo ministro israeliano” scrive ElPais il 29 Novembre.
“Coloro i
quali si oppongono al processo aperto martedì ad Annapolis per creare uno stato
palestinese non sono disposti a concedere un giorno di tregua. Il leader del
Likud – Partito conservatore in Israele – Benjamin Natanyahu, si è associato
ieri alla gran quantità di scettici con una richiesta rivolta ai partiti di
estrema destra alleati nella coalizione del Governo – Yisraele Beiteinu, che
unisce il decisivo voto russo, e l’ultraortodosso Shas – Perché abbandonino
immediatamente l’Esecutivo”. “Il ministro Netanyahu, tuttavia” - considera il quotidiano - “Ha l’obiettivo di andare a
capo del nuovo Esecutivo e nulla è meglio del fare appello ad un pensiero molto
diffuso tra gli israeliani: senza garanzie di sicurezza non si deve parlare di
Gerusalemme, né di insediamenti, né di rifugiati palestinesi”.
Infine il
leader del Likud ha fatto notare che “Olmert ha promesso grandi concessioni
senza ricevere niente in cambio ancora prima di iniziare a negoziare. Così non
è possibile ottenere la pace”.
Continua ElPais: “Alcuni analisti politici ritengono
che
statunintense
non sia altro che una strategia di Olmert, assillato per gli scandali di corruzione
e per l’imminente comunicato sul suo disimpegno nella guerra contro la milizia
libanese di Hezbolà e Hamàs, per rimanere in carica”.
Dura è stata
la reazione del Presidente iraniano, come evidenzia il quotidiano LaVanguardia: ”Il presidente Mahmud
Ahmadineyad ha ripetuto le sue critiche sulla Conferenza di Pace qualificandola
come un <<fallimento>>, ed ha ancora stimato che <<Israele è
condannata a scomparire>>”. A Tehran durante una riunione del consiglio dei
Ministri, Ahmadineyad ha affermato che “<<L’entità sionista (Israele) non
può continuare a sopravvivere (..) porta la sua scomparsa nella sua natura,
poiché si basa sull’aggressione, sulle bugie e sui crimini>>”.
Si legge
ancora su “La Vanguardia” che “Il
Governatore Iraniano ha ricodato che ha chiamato telefonicamente il re saudita
Abdala bin Abdilazir per lamentarsi della partecipazione saudita ad Annapolis”.
Il re ha risposto confermando “che L’Arabia Saudita non riconosce Israele e che
non permetterà che i palestinesi perdano
i loro diritti”.
Il quotidiano
spiega che “L’Iran, che non riconosce lo Stato di Israele e non ha relazioni
diplomatiche con gli Stati Uniti, figura nella lista di Washington dai paesi
sostenitori del terrorismo per il suo appoggio ai gruppi radicali palestinesi,
così come alle milizie libanesi di Hizbulà”. “Oltre al suo isolamento per
l’attrito con la comunità internazionale a causa delle sue armi nucleari,
Sul
quotidiano Abc si legge che “L’amministrazione
Bush ha nominato l’ex comandante della NATO in Europa, James L.Jones, come
intermediario nei negoziati tra israeliani e palestinesi. Jones starà agli
ordini diretti dalla Segretaria di Stato Condoleezza Rice, secondo informazioni
ufficiali”.
Condoleezza
Rice ha chiesto agli israeliani e palestinesi di “essere disposti a fare duri
sacrifici nel processo di negoziazione perché << fallire non è una delle
opzioni>> si legge ancora nell’ Abc che
riporta la dichiarazione fatta dalla Condoleezza Rice alla stampa per chiudere
la giornata passata nell’ Accademia Navale di Annapolis, dove si sono dislocate
le delegazioni di oltre 40 paesi invitate alla Conferenza di Pace del Medio
Oriente. “<<E’ la prima riunione di questa entità che si realizza sul
suolo americano>> ha sottolineato, riferendosi alla presenza dei paesi
arabi alla Conferenza, a differenza dell’incontro promosso da Bill Clinton a
Camp David nel
L’ Abc conclude il suo articolo riportando il punto
di vista dello scrittore israeliano Amos Oz che si è mostrato
“<<irresponsabilmente ottimista>> riguardo al processo iniziato ad
Annapolis in cui, a suo giudizio, la chiave sta nel fatto che israeliani e
palestinesi sono coscienti che non vivono soli”. Sul futuro di Gerusalemme,
città che entrambi i popoli si contendono come capitale del proprio futuro
Stato, l’autore applica lo stesso principio: ”<<Né gli israeliani sono
soli a Gerusalemme, né i palestinesi sono soli a Gerusalemme>> ha
sottolineato Oz confermando che solo tramite un compromesso si potrà risolvere
il conflitto del Medio Oriente e raggiungere la pace”.