Il vertice di Annapolis. Prove di dialogo, nuove speranze in Medio Oriente.

La notizia vista dai settimanali italiani.

 

di Maria Catania

 

La parola Pace, racchiude in sé diversi significati, quali: serenità, tranquillità, concordia, felicità… assenza di conflitti e lotte tra diverse nazioni e popoli, ma purtroppo questa conciliazione tra due popoli del Medio Oriente, palestinesi e israeliani, non è mai stata raggiunta.

 

Il 27 novembre ad Annapolis, Maryland, si è tenuta la Conferenza di pace, che ha aveva come fine quello di dirimere i conflitti tra: iraeliani e palestinesi. Il Presidente americano, Bush, affiancato dal rappresentante del governo dello stato di Israele Ehud Olmert, e del Presidente del Comitato esecutivo dell’ Olp e presidente dell’autorità palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen), ha lanciato al Vertice di Annapolis un obiettivo ben preciso: “La pace fra due popoli, da sempre in lotta fra di loro”.

Il settimanale “Left” (www.avvenimentionline.it) , il 23 novembre 2007, scrive che il Presidente israeliano Ehud Olmert, dice: “Spero che la pace arrivi entro la fine del 2008”. I due leader, sotto gli auspici del presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush, elaboreranno una politica comune. Il settimanale afferma che: “Il presidente israeliano tenta di portare più interlocutori possibili al tavolo delle trattative per rendere il negoziato più credibile”. Il premier israeliano, però è stato criticato dai vertici politici e militari del suo Paese, che “non appoggiano la liberazione immediata di 440 detenuti palestinesi come pegno da pagare in cambio della collaborazione di Abu Mazen”, presidente palestinese. Questa Conferenza di pace ha creato una reazione di Hamas, “che si oppone alla Conferenza riprendendo gli scontri contro Israele”, poiché lo scopo di Hamas, e anche dell’Iran, è quello di distruggere Israele.

 

Anche sul settimanale “Espresso” (www.espresso.it), si scrive a proposito dell’incontro fra i due leader del Medio Oriente, e del Vertice di Annapolis, promosso soprattutto dagli Stati Uniti, che dovrebbe portare ad un accordo fra Palestina e Israele, “un Trattato di pace che sarà sotto la supervisione degli Usa” . Il Ministro degli Esteri italiano D’Alema afferma che: “ L’italia parteciperà ad Annapolis con l’impegno che la conferenza di pace sul Medio Oriente non si risolva in un guscio vuoto dalle conseguenze catastrofiche ma che possa dare vita alla nascita di uno stato palestinese nella sicurezza di Israele; passando dal processo di pace all’accordo di pace”, occorre quindi stabilire condizioni giuste e durature.

 

Nel settimanale “Panorama” (www.panorama.it) in data 28 novembre, vengono evidenziati i punti in comune elaborati da Olmert e Abu Mazen alla Conferenza: “ esprimiamo la nostra determinazione a mettere fine allo spargimento di sangue, alla sofferenza, e a decenni di conflitto tra i nostri popoli, aprire una era di pace, fondata sulla libertà, la sicurezza, la giustizia…, a diffondere una cultura di pace e non di violenza, a far fronte al terrorismo e alla provocazione. Concordiamo di impegnarci in trattative rigorose, facendo ogni sforzo per giungere ad un accordo prima della fine del 2008, a questo fine è stato deciso che una Commissione di orientamento guidata congiuntamente dai due leader si riunisca regolarmente”, questa Commissione redigerà un piano di lavoro congiunto, inoltre le parti si impegnano a trovare una soluzione permanente al conflitto che devasta i due popoli. “Gli Stati Uniti controlleranno e giudicheranno sul rispetto degli impegni della Road Map”, che regola gli aspetti concreti come lo smantellamento degli insediamenti israeliani, affidandone il monitoraggio agli Usa; per dare applicazione alla Road Map, “si è concordato a dar vita ad un meccanismo americano-palestino-israeliano guidato dagli Stati Uniti”.

Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice alla Conferenza afferma: “Abbiamo realizzato un passo avanti significativo”, si è giunti ad una dichiarazione comune che prevede: “lanciare negoziati bilaterali per concludere un accordo di pace, affrontare tutti i problemi non ancora risolti come le questioni dei confini dello Stato palestinese, lo status di Gerusalemme, il problema dei profughi palestinesi”. “Il 12 dicembre si riunirà il comitato di coordinamento israelo-palestinese che dovrà stilare le linee guida dei negoziati”, con l’obiettivo di chiudere entro un anno. “La dichiarazione si è conclusa con una stretta di mano tra Olmert e Abu Mazen, con Bush al centro sorridente”, bisogna però vedere se questo gesto “diventerà un documento storico o andrà ad aggiungersi alle tante occasioni perdute sulla strada della eterna ricerca di pace tra i due popoli”.