Il caso “AutoAbertis” e
la difesa dell’identità nazionale, visti dalla stampa specializzata.
Notizia del 13 dicembre è la mancata fusione tra una società di trasporti e telecomunicazioni spagnola, Abertis, e la società di trasporto italiana Autostrade. La fusione che sembrava si stesse per concretizzare è stata respinta principalmente in Italia, infatti, il progetto non è piaciuto quasi a nessuno nella maggioranza di governo, nell’opposizione, nel mondo imprenditoriale e nei sindacati, poiché si è avuta l’impressione che una delle principali risorse italiane finisse in mani spagnole senza garanzie sulla capacità di garantire il servizio e gli investimenti futuri. Tuttavia l’operazione non è stata del tutto annullata, ma rimane in sospeso come ha dichiarato il portavoce della società spagnola che attendono la comunicazione della commissione europea che si esprimerà a riguardo.
Come si può leggere dal sito del gruppo Autostrade “Il
Gruppo Autostrade si posiziona al primo posto in Europa tra i concessionari di
costruzione e gestione di autostrade a pedaggio e dei connessi servizi alla
mobilità. In Italia circa 4 milioni di viaggiatori, pari all’8% della
popolazione, transitano quotidianamente sulla rete del Gruppo, che si estende
per
La notizia viene trattata da vari siti in internet in cui
viene riportata cosi, “Lo stop arrivato ieri dal consiglio di amministrazione
di Autostrade alla fusione con la spagnola Abertis è la degna conclusione di
una vicenda che potrebbe diventare un perfetto caso di studio per capire come (non)
funzionano i rapporti tra politica ed economia nel nostro Paese. Una serie di
errori che hanno finito per far saltare un’operazione conveniente a tutti. Ai
Benetton e ad Abertis, perché avrebbero costituito un gruppo dalle dimensioni
mastodontiche, con 6 miliardi di euro di fatturato, un margine operativo lordo
di 3800 milioni e
A quanto appare scritto nel di Intesa Trade “Di Pietro ha risposto
indirettamente anche al ministro per le Politiche comunitarie, Emma Bonino, che
aveva osservato come, dopo lo stop alla fusione tra Autostrade e Abertis, in
Italia "e'' in corso una pericolosa deriva isolazionistica che occorre
evitare se non vogliamo essere completamente esclusi dai flussi finanziari
internazionali come Paese non affidabile per ulteriori investimenti".
"Da qui al 2038 -ha risposto Di Pietro- la società '' deve fare 11 mld di
investimenti, che questa societa'' si chiami Autostrade, Autoabertis, Pinco
Pallino o Vattelapesca, si prenderà '' sempre tutti i soldi (dei pedaggi, ndr)
e sempre 11 mld fa; quindi -si e'' chiesto- di quali investimenti stiamo
parlando? Non e'' che se avessimo fatto questa fusione -ha fatto osservare-
l''Italia riceveva 15 mld di investimenti". Con lo stop alla fusione, ha
spiegato Di Pietro, "il risultato e'' che adesso la società '' rimane in
Italia, paga le tasse in Italia, anche sui dividendi, e quei soldi possono
essere reinvestiti. Se avessimo fatto la fusione -ha sottolineato- le tasse
sarebbero state pagate in Spagna e che fine farci fare di queste autostrade lo
avrebbero deciso in Spagna. Possono essere anche gli spagnoli a decidere -ha
concluso il ministro-, purché '' facciano gli interessi pubblici
italiani"”(21 dicembre www.intesatrade.it
).
Il sito di Borse Italiane ci riferisce “In merito al polverone
della fusione Autostrade/Abertis, Di Pietro spiega che "le societa'
concessionarie ogni mattina aprono una grande bisaccia e mettono dentro tutti i
soldi che i cittadini ogni giorno pagano. Sono circa 6 miliardi l'anno e, di questi
- prosegue il ministro - almeno 4 miliardi possono essere reinvestiti per
creare nuove infrastrutture. Invece ad oggi la maggior parte di questi soldi
viene utilizzata per fare dividendi e non viene reinvestita in
infrastrutture".”(19 dicembre www.borsaitalina.it
)
“Autostrade e
Abertis decidono di bloccare la fusione dopo essere "pervenuti in data
odierna alla comune constatazione della impossibilità di procedere alla
esecuzione della fusione approvata dalle rispettive assemblee il 30 giugno
2006". E' quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione
del consiglio di amministrazione di Autostrade. Non sarà però un addio, ma un
arriverdersi. I due gruppi, infatti, "auspicano che in futuro si possano
ricreare le condizioni per riconsiderare il progetto di fusione, e a tal fine,
intendono proseguire congiuntamente nell'azione e nel dialogo a livello
istituzionale".” È quello che si legge sul sito dell’Espresso (http://finanza.espressonline.it )
Sul sito adnskronos/IGN ritroviamo “''Auspichiamo anche noi la ripresa del dialogo ''
è stato il commento a caldo del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, riferito
da un suo portavoce. Ora, per il titolare del dicastero di Porta Pia, il
dialogo deve riprendere ''rimettendo mano alle concessionarie alla luce della
nuova normativa che nulla toglie alle potenzialità delle società ma molto può
dare alle aspettative dei cittadini ''. ''Il problema delle Autostrade - spiega
Di Pietro - non era la fusione. Era e resta il problema italo-italiano che deve
essere risolto. Resta, infatti, la necessità di una rivisitazione delle
concessionarie per garantire investimenti, sicurezza ed efficienza. Il problema
- prosegue - è una formula concessionaria ingiustamente favorevole alle
concessionarie tanto che si era creato il malvezzo degli aumenti annuali
automatici delle tariffe ''.Oliver Drewes, portavoce del commissario europeo al Mercato interno,
Charlie McCreevy, ha fatto sapere che la decisione sulla
procedura di infrazione contro l'Italia sul caso Autostrade-Abertis verrà presa
solo dopo che le autorità italiane avranno fornito una risposta. ''La procedura di infrazione -
ha affermato il portavoce - è ancora
in corso. Vedremo nel futuro se gli sviluppi recenti
influenzeranno la decisione ''. ''Come sempre - ha proseguito - baseremo la
nostra valutazione sulle risposte che devono giungerci dalle autorità italiane
entro il 15 gennaio, e comunque decideremo solo dopo aver analizzato la
risposta italiana ''.”(13 dicembre www.adnskronos.com
)
“Il vice presidente di Confindustria, Andrea Pininfarina,
ha detto che lo stop impresso dal governo alla fusione tra Autostrade e Abertis
scoraggerà gli investitori a partecipare alla cessione di Alitalia."E'
assurdo che il governo riveda un regime di concessioni già stabilito per
ostacolare la fusione Autostrade-Abertis. La nazionalità non conta, conta solo
l'efficienza delle imprese", ha detto Pininfarina a margine di un
seminario in Confindustria. "Come possiamo pensare di attrarre investimenti esteri
se il governo cambia le regole in corsa. Lo dico anche in funzione di vicende
scottanti come quella di Alitalia", ha aggiunto.” (18 dicembre http://today.reuters.it )
Dal sito dell’ANSA viene affermato che “