Il caso “AutoAbertis” e la difesa dell’identità nazionale, visti dalla stampa specializzata.

A cura di Claudia Trovato

 

Notizia del 13 dicembre è la mancata fusione tra una società di trasporti e telecomunicazioni spagnola, Abertis, e la società di trasporto italiana Autostrade. La fusione che sembrava si stesse per concretizzare è stata respinta principalmente in Italia, infatti, il progetto non è piaciuto quasi a nessuno nella maggioranza di governo, nell’opposizione, nel mondo imprenditoriale e nei sindacati, poiché si è avuta l’impressione che una delle principali risorse italiane finisse in mani spagnole senza garanzie sulla capacità di garantire il servizio e gli investimenti futuri. Tuttavia l’operazione non è stata del tutto annullata, ma rimane in sospeso come ha dichiarato il portavoce della società spagnola che attendono la comunicazione della commissione europea che si esprimerà a riguardo.

Come si può leggere dal sito del gruppo Autostrade “Il Gruppo Autostrade si posiziona al primo posto in Europa tra i concessionari di costruzione e gestione di autostrade a pedaggio e dei connessi servizi alla mobilità. In Italia circa 4 milioni di viaggiatori, pari all’8% della popolazione, transitano quotidianamente sulla rete del Gruppo, che si estende per 3408 km e che ha la funzione di avvicinare il Paese al baricentro socio-economico dell’Europa, assicurando un’efficace articolazione territoriale e un indispensabile servizio alla mobilità presso le maggiori aree metropolitane”(www.autostrade.it). Mentre per quanto riguarda la società spagnola “Abertis fornisce un largo numero di servizi nel campo delle infrastrutture in cui è presente.  Essa è il numero uno spagnolo nella gestione di autostrade, di telecomunicazioni e di parcheggi, la sua attività si sviluppa, anche, nel settore aeroportuale ed il collocamento  di piatta - forme logistiche” (www.abertis.com ).

La notizia viene trattata da vari siti in internet in cui viene riportata cosi, “Lo stop arrivato ieri dal consiglio di amministrazione di Autostrade alla fusione con la spagnola Abertis è la degna conclusione di una vicenda che potrebbe diventare un perfetto caso di studio per capire come (non) funzionano i rapporti tra politica ed economia nel nostro Paese. Una serie di errori che hanno finito per far saltare un’operazione conveniente a tutti. Ai Benetton e ad Abertis, perché avrebbero costituito un gruppo dalle dimensioni mastodontiche, con 6 miliardi di euro di fatturato, un margine operativo lordo di 3800 milioni e 6740 km di rete autostradale. E all’Italia, che avrebbe avuto la possibilità di sfruttare il potenziale finanziario di questo enorme colosso per migliorare la propria rete infrastrutturale, ridotta ad un colabrodo. Dal momento dell’annuncio del matrimonio, invece, il governo ha scatenato una guerra di logoramento fatta di dichiarazioni urlate ai giornali fino allo “sgambetto” del famigerato articolo 12 del decreto collegato alla Finanziaria, che impedisce di fatto quella fusione, perchè altera sensibilmente il valore di Autostrade (come di tutte le altre concessionarie del settore), andando a modificare unilateralmente i rapporti contrattuali a suo tempo stipulati dallo Stato”(15 dicembre www.trend-online.com ).

A quanto appare scritto nel di Intesa Trade “Di Pietro ha risposto indirettamente anche al ministro per le Politiche comunitarie, Emma Bonino, che aveva osservato come, dopo lo stop alla fusione tra Autostrade e Abertis, in Italia "e'' in corso una pericolosa deriva isolazionistica che occorre evitare se non vogliamo essere completamente esclusi dai flussi finanziari internazionali come Paese non affidabile per ulteriori investimenti". "Da qui al 2038 -ha risposto Di Pietro- la società '' deve fare 11 mld di investimenti, che questa societa'' si chiami Autostrade, Autoabertis, Pinco Pallino o Vattelapesca, si prenderà '' sempre tutti i soldi (dei pedaggi, ndr) e sempre 11 mld fa; quindi -si e'' chiesto- di quali investimenti stiamo parlando? Non e'' che se avessimo fatto questa fusione -ha fatto osservare- l''Italia riceveva 15 mld di investimenti". Con lo stop alla fusione, ha spiegato Di Pietro, "il risultato e'' che adesso la società '' rimane in Italia, paga le tasse in Italia, anche sui dividendi, e quei soldi possono essere reinvestiti. Se avessimo fatto la fusione -ha sottolineato- le tasse sarebbero state pagate in Spagna e che fine farci fare di queste autostrade lo avrebbero deciso in Spagna. Possono essere anche gli spagnoli a decidere -ha concluso il ministro-, purché '' facciano gli interessi pubblici italiani"”(21 dicembre www.intesatrade.it ).

Il sito di Borse Italiane ci riferisce “In merito al polverone della fusione Autostrade/Abertis, Di Pietro spiega che "le societa' concessionarie ogni mattina aprono una grande bisaccia e mettono dentro tutti i soldi che i cittadini ogni giorno pagano. Sono circa 6 miliardi l'anno e, di questi - prosegue il ministro - almeno 4 miliardi possono essere reinvestiti per creare nuove infrastrutture. Invece ad oggi la maggior parte di questi soldi viene utilizzata per fare dividendi e non viene reinvestita in infrastrutture".”(19 dicembre www.borsaitalina.it )

“Autostrade e Abertis decidono di bloccare la fusione dopo essere "pervenuti in data odierna alla comune constatazione della impossibilità di procedere alla esecuzione della fusione approvata dalle rispettive assemblee il 30 giugno 2006". E' quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione del consiglio di amministrazione di Autostrade. Non sarà però un addio, ma un arriverdersi. I due gruppi, infatti, "auspicano che in futuro si possano ricreare le condizioni per riconsiderare il progetto di fusione, e a tal fine, intendono proseguire congiuntamente nell'azione e nel dialogo a livello istituzionale".” È quello che si legge sul sito dell’Espresso (http://finanza.espressonline.it )

Sul sito adnskronos/IGN ritroviamo “''Auspichiamo anche noi la ripresa del dialogo '' è stato il commento a caldo del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, riferito da un suo portavoce. Ora, per il titolare del dicastero di Porta Pia, il dialogo deve riprendere ''rimettendo mano alle concessionarie alla luce della nuova normativa che nulla toglie alle potenzialità delle società ma molto può dare alle aspettative dei cittadini ''. ''Il problema delle Autostrade - spiega Di Pietro - non era la fusione. Era e resta il problema italo-italiano che deve essere risolto. Resta, infatti, la necessità di una rivisitazione delle concessionarie per garantire investimenti, sicurezza ed efficienza. Il problema - prosegue - è una formula concessionaria ingiustamente favorevole alle concessionarie tanto che si era creato il malvezzo degli aumenti annuali automatici delle tariffe ''.Oliver Drewes, portavoce del commissario europeo al Mercato interno, Charlie McCreevy, ha fatto sapere che la decisione sulla procedura di infrazione contro l'Italia sul caso Autostrade-Abertis verrà presa solo dopo che le autorità italiane avranno fornito una risposta. ''La procedura di infrazione - ha affermato il portavoce - è ancora in corso. Vedremo nel futuro se gli sviluppi recenti influenzeranno la decisione ''. ''Come sempre - ha proseguito - baseremo la nostra valutazione sulle risposte che devono giungerci dalle autorità italiane entro il 15 gennaio, e comunque decideremo solo dopo aver analizzato la risposta italiana ''.”(13 dicembre www.adnskronos.com )

“Il vice presidente di Confindustria, Andrea Pininfarina, ha detto che lo stop impresso dal governo alla fusione tra Autostrade e Abertis scoraggerà gli investitori a partecipare alla cessione di Alitalia."E' assurdo che il governo riveda un regime di concessioni già stabilito per ostacolare la fusione Autostrade-Abertis. La nazionalità non conta, conta solo l'efficienza delle imprese", ha detto Pininfarina a margine di un seminario in Confindustria. "Come possiamo pensare di attrarre investimenti esteri se il governo cambia le regole in corsa. Lo dico anche in funzione di vicende scottanti come quella di Alitalia", ha aggiunto.” (18 dicembre http://today.reuters.it )

Dal sito dell’ANSA viene affermato che “La Commissione europea prende tempo di fronte allo stop alla fusione Autostrade-Abertis: sul fronte del Mercato interno, afferma Bruxelles, una decisione sulla procedura d'infrazione arriverà solo dopo il 15 gennaio, l'annuncio odierno non implica necessariamente la chiusura della procedura formale in corso. Il primo a commentare oggi la decisione dei due gruppi e' stato Jonathan Todd, portavoce della Commissaria Ue ''La Commissione prende atto '' della decisione di non procedere con la fusione, ha dichiarato, aggiungendo comunque che ''l'abbandono della proposta fusione non vuol dire che la procedura verrà chiusa ''. Le autorità italiane, ha infatti spiegato il portavoce, ''hanno violato il diritto esclusivo della Commissione di decidere su un'operazione di dimensioni europee, quindi non si può trarre una conclusione logica secondo cui questa procedura verrà chiusa ''. In particolare, la Commissione e' preoccupata che il nuovo sistema delle concessioni autostradali possa creare incertezza, scoraggiando cosi gli investitori.(13 dicembre www.ansa.it )