Il caso “AutoAbertis” e la difesa dell’identità nazionale, visti dalla stampa spagnola.

A cura di Salvatore Innacolo

 

Autostrade e Abertis decidono di bloccare la fusione anche se l’addio all’operazione non è per sempre secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo (www.elmundo.es) in data 13 dicembre 2006. Le due società infatti auspicano che in futuro si possano ricreare le condizioni per riconsiderare il progetto, e a tal fine intendono proseguire congiuntamente nell’azione e nel dialogo a livello istituzionale. Gli ostacoli alla fusione sono stati individuati essenzialmente nella mancanza di una autorizzazione e nell’entrata in vigore di una nuova normativa,entrambe inesistenti all’inizio del procedimento per la fusione.

In dettaglio scrive il quotidiano El Periodico (www.elperiodico.com)  <<la mancanza di una autorizzazione che la recente decisione cautelare del TAR del Lazio ha considerato applicabile alla fusione. Autorizzazione non prevista nell’ordinamento all’inizio del procedimento di fusione, venuta ad esistenza dopo un parere del consiglio di Stato del 21 giugno 2006 e richiesta da Autostrade il 5 luglio e tuttora pendente. Tale autorizzazione ẻ stata negata con comunicazione di Anas del 5 agosto 2006.Successivamente, a seguito dell’autorizzazione rilasciata dalla Commissione europea in data 22 settembre e della lettera della stessa Commissione inviata il 18 ottobre al governo italiano, Anas ha ritrattato il diniego in data 27 ottobre, con invito ad Autostrade, che ne ha constatato la necessità, a riproporla nel vigore, peraltro, di una nuova normativa incidente sui fondamentali regolamentari, economici e finanziari del rapporto concessorio in essere e portante, di fatto, per Autostrade, il rischio di una anticipazione degli effetti negativi della nuova normativa, nonchè una incertezza assoluta sui tempi di attuazione della fusione>>. Il secondo ostacolo che ha portato allo stop della fusione è << l’entrata in vigore di una nuova normativa, inesistente al momento della approvazione del progetto, consistente nella soggezione da parte dell’impresa concessionaria ad un profondo mutamento, per volontà unilaterale esterna, non conoscibile in via preventiva nella concreta portata e indeterminata nei profili di indennizzo della nuova convenzione e conseguente cessazione del rapporto concessorio in essere>>. Durante l’assemblea degli azionisti convocata per discutere del dividendo straordinario, l’amministratore delegato di Autostrada Giovanni Castellucci come riporta il quotidiano Abc (www.abc.com) ha spiegato che il problema principale posto dall’articolo 12, ma non l’unico, ẻ che va a modificare l’assetto normativo sulla base del quale sono stati stipulati i contratti di concessione del 97, ma non definisce chiaramente il nuovo quadro regolatorio.

L’assemblea degli azionisti di Autostrade, chiamata a decidere sulla distribuzione del dividendo straordinario di 3,75 euro previsto dal progetto di fusione con Abertis, ha deliberato a maggioranza di non assumere alcuna decisione come proposto dal Cda. Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, come ẽ stato scritto dal quotidiano El Pais (www.elpais.es) secondo quanto ha riferito un portavoce commenta cosỉ lo stop alla fusione tra Autostrade ed il gruppo spagnolo Abertis. <<Il problema non era la fusione  –dice il ministro- era e resta un problema italo-italiano che deve ancora essere risolto. Resta infatti la necessità di una rivisitazione delle concessioni per garantire investimenti, sicurezza ed efficienza>>.

<<C’è una procedura in corso, per vedere se gli sviluppi più recenti influenzeranno la nostra decisione si vedrà più in là>>. Così Oliver Drewes portavoce del commissario europeo per il Mercato interno Charlie Mc Creevy ha commentato la decisione di accantonare il progetto di fusione tra Autostrade e Abertis. <<Baseremo –ha proseguito- la nostra  decisione sulla documentazione che deve arrivare dal governo italiano entro il 15 gennaio e quindi non decideremo prima di allora>> così si legge sul quotidiano La Vanguardia (www.lavanguardia.com). Il commissario Mc Creevy ha avviato contro l’Italia una procedura di infrazione per le misure contenute nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria, e nella fattispecie applicate al progetto di fusione tra Autostrade e Abertis, sostenendo che potrebbero rappresentare una limitazione della libertả di circolazione dei capitali e della libertả di stabilimento.

Madrid 29 dicembre 2006, Abertis ha deciso di riorganizzare la divisione autostrade, dividendola in tre unità riguardanti Spagna, Francia e i mercati internazionali. Lo scrive Expansion (www.expansion.com). La riorganizzazione giunge dopo l’abbandono del progetto di fusione con Autostrada, che ha contribuito a dare visibilità al gruppo, facilitandone la conoscenza da parte dei grandi gruppi di investitori e in generale all’estero. Facendo leva sulla piủ dinamica nuova organizzazione, Abertis sta ora valutano opportunità negli Usa, in Europa orientale e in Asia. Le altre aree di business del gruppo sono gli aeroporti i parcheggi e le tlc. Recentemente Abertis ha acquistato il 32% dell’operatore satellitare francese EUTELSAT per 1,07 miliardi di euro.

L’Italia potrà anche essere accusata di protezionismo per il suo no alla fusione tra Autostrade e Abertis scrive il quotidiano El Mundo Deportivo (www.elmundodeportivo.com) ma non si capisce perchẻ dovrebbe comportarsi diversamente, dato che anche gli altri paesi della Ue perseguono la stessa politica.

Lo stesso quotidiano ha poi bollato come “insensata” la tesi del governo italiano  secondo cui la presenza di un’impresa di costruzioni, come Acs, nel capitale di Abertis creerebbe un conflitto di interessi tale da pregiudicare la regolaritả della fusione. “In Italia esistono già dei costruttori che operano nelle autostrade –afferma il quotidiano spagnolo- la spagnola Ferrovial è un esempio”.