Il caso “AutoAbertis” e la difesa dell’identità nazionale, visti dalla stampa inglese.

                                                                                                 A cura di Tiziana Genovese

 

 

La prevista fusione tra l’azienda italiana Autostrade e quella spagnola Abertis ,un affare da 45 miliardi di euro che avrebbe portato alla formazione del più grosso concessionario autostradale europeo,dopo l’annuncio fatto otto mesi fa,esattamente ad aprile,non si farà. Il motivo dell’abbandono del progetto e da ricercarsi nell’opposizione del governo italiano.

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Times le aziende,mercoledì 13 dicembre,avrebbero affermato, in una dichiarazione unica ,di voler continuare ad avere i contatti con il governo italiano al fine di poter riproporre in futuro il progetto che prevedeva la creazione del più grande operatore di autostrade del mondo. Tuttavia pochi analisti credono che il governo faciliti il cambio gestione.

Il caso è il secondo con il quale l’azienda spagnola è stata frustrata dalle autorità italiane. L’anno scorso,BBVA,il gruppo di operazioni bancarie spagnolo,ha provato a comprare la Banca Nazionale del Lavoro,la settima banca più grande d’Italia,ma è stato costretto ad abbandonare l’affare a causa dell’opposizione della Banca Centrale(www.thetimes.co.uk).

Il 29 aprile il settimanale britannico The Economist dedicava all’annunciata fusione Autostrade-AutoAbertis il titolo:Corsie che si uniscono”. L’articolo sosteneva che entrambe le aziende avrebbero ricevuto da tale fusione maggiore peso finanziario ed industriale per affrontare opportunità globali come quelle nell’Europa centrale ed orientale dove i paesi stavano sviluppando la loro rete autostradale. Ma già allora venivano gettati dubbi sulla possibilità che a beneficiare  in misura maggiore di tale fusione sarebbe stato Shema28,la holding di controllo di Autostrade. Infatti a Schema28 doveva essere pagato,da parte di Autostrade,un dividendo che valeva 650 milioni di euro per la famiglia Benetton.(www.theeconomist.com).

The Gardian invece,sosteneva come una possibile fusione fosse stata già discussa l’anno scorso e l’accelerazione era dovuta al desiderio delle aziende di difendersi dalla minaccia di altre società che crescono nella gestione delle infrastrutture stradali e di partecipare in offerte per progetti di infrastrutture globali(www.thegardian.co.uk).

Recentemente in un’intervista alla Reuters Salvador Alemany,capo dell’esecutivo di Abertis,ha espresso per la prima volta dubbi circa la riuscita dell’affare.

“Le successive decisioni delle autorità italiane hanno generato una struttura crescente delle difficoltà che li hanno obbligati a rivedere costantemente la nostra posizione”ha detto Alemany,aggiungendo che Abertis prenderà le decisioni cruciali sopra l’affare nei prossimi giorni. Le difficoltà di Abertis(secondo The Gardian)riflettono una credenza diffusa fra le ditte spagnole che l’Italia è uno spreco di tempo,che richiede loro di mandare avvocati per le lotte politiche piuttosto che concentrarsi sui nuovi commerci.

Fin quando le due compagnie annunciarono per la prima volta l’affare ,Abertis ha costantemente insistito sulle difficoltà che si potevano incontrare. Tuttavia,malgrado l’approvazione della Commissione Europea e l’avvertimento per l’Italia,da Bruxelles,a non interferire,il governo italiano ha approvato un cambiamento di legge che regola le concessioni di autostrade. Entrambe le aziende hanno criticato il cambiamento poiché altera i calcoli usati per generare l’affare(www.reuters.co.uk).

Il 13 dicembre il no definito per la fusione viene reso ufficiale e dai microfoni della BBC Karim Bertoni ,il responsabile della Banca Syz afferma che “l’Italia vuole mantenere il controllo nazionale”,mentre l’analista Roberto Masciarello dice che:”Le compagnie hanno un differente timeframe rispetto al governo. Sarebbe stato impossibile da raggiungere un accordo prima della conclusione dell’anno”(www.bbc.co.uk).

Notizie più precise pervengono dalla rete Bloomberg  in cui ritroviamo una dichiarazione di Patrizio Pazzaglia,azionista della Banca Insiger de Beaufourt Nv a Roma,ma che non possiede azioni di Autostrade,il quale dice:”L’opposizione politica non è buona quando ci sono delle pubbliche concessioni implicate. I rischi per Abertis erano troppo alti. In questo contesto l’affare era condannato a fallire”. Le azioni di Autostrade,controllate dalla famiglia Benetton,sono cadute di 34 centesimi,circa 1,5%,a  21,80 euro. Abertis ,invece,è aumentato di 58 centesimi,circa 2,6%,a 22,80 euro a Madrid.

Il primo a bloccare la fusione ad agosto era stato il Ministro dei lavori pubblici italiani Antonio Di Pietro,minacciando di impedire il trasferimento di Autostrade nella nuova compagnia.

La Commissione Europea ha ripreso Di Pietro dopo che lui il 4 agosto informò entrambe le compagnie che aveva bloccato la fusione perché gli azionisti di Abertis includevano un costruttore. In risposta alla Commissione Europea,Di Pietro ha elaborato la legislazione che ha tenuto conto di una revisione delle autorizzazioni.

La nuova legislazione,che è entrata in vigore ad ottobre,interessa “i fondamenti legali di base così come la base economica e finanziaria per le attuali disposizioni di concessione”ha dichiarato Autostrade Spa. Il commissario del mercato interno dell’ UE Charlie McCreevy ha minacciato a novembre di far causa all’Italia incolpandola di utilizzare la nuova legislazione per proteggere Autostrade dal cambio gestione e dar luogo ad “eccessive limitazioni nella libertà dei movimenti capitali”.

“Dobbiamo analizzare la nuova situazione e continuare ad analizzare le informazioni che abbiamo ricevuto dalle autorità italiane”ha detto Jonathan Todd,portavoce del commissario dell’UE alla concorrenza Neelie Kroes,”la commissione cercherà di raggiungere appena possibile una decisione”(www.bloomberg.co.uk).

Il Financial Times ,infine,sottolinea come sia improbabile che questa vicenda incoraggi maggiori investimenti nelle infrastrutture da parte di compagnie italiane. L’incertezza sul futuro di Autostrade probabilmente si trascinerà per mesi e lo scenario peggiore,cioè la perdita della concessione in assenza di un accordo,sarà funesto.

Dopo tutto la perdita della sua fonte di reddito impedirebbe ad Autostrade di intraprendere nuovi progetti. Anche assumendo che i nuovi termini si dimostrino favorevoli,devono esserci dubbi sulla possibilità per Autostrade di vincere nuovi appalti pubblici. Le autorità italiane hanno scongiurato un takeover straniero,ma a quale costo?(www.ft.com).