VERTICE DI ANNAPOLIS:PROVE DI DIALOGO, NUOVE SPERANZE IN MEDIORIENTE.

 

La notizia vista dai web magazine e dalle agenzie di stampa

 Di Maria Concetta Giaimo

 

 

 

 

“Israeliani e palestinesi hanno raggiunto un accordo su un documento comune che definisce la cornice dei futuri negoziati per la pace in Medio Oriente. Oggi pomeriggio ad Annapolis le due parti, rappresentate dal premier israeliano Ehud Olmert e dal presidente palestinese Abu Mazen, hanno letto una dichiarazione congiunta davanti al presidente degli Stati Uniti George Bush: i due leader politici si sono impegnati ad avviare subito seri negoziati di pace e a compiere ogni sforzo possibile per raggiungere un accordo entro fine 2008.” Cosi si legge su www.la7.it del 28 novembre,  che ancora riporta: ” Abu Mazen ha indicato nel riconoscimento dello stato palestinese con Gerusalemme est come capitale e il blocco della costruzione delle colonie israeliane in Cisgiordania i punti di partenza della trattativa, mentre il presidente Olmert si è impegnato a fare dolorose concessioni per giungere al traguardo dei due popoli e dei due stati. Sulla strada della pace la prossima tappa è fissata per il 12 dicembre, quando le parti si incontreranno per definire le linee guida del negoziato che prevede incontri quindicinali. Il 17 invece si terrà a Parigi la conferenza dei donatori a favore dei palestinesi, mentre la Russia si è detta disposta ad ospitare nel 2008 i nuovi colloqui di pace che affrontino il contenzioso tra Israele e Siria.”

   “ Sull'esito del consesso nel Maryland sono subito piovute critiche e anatemi dalle estremita' contrapposte dello scenario geo-politico, e regna comunque grande scetticismo. Il capo del Likud all'opposizione, Benjamin Netanyahu, si e' affrettato a chiedere ai partiti conservatori che appoggiano la coalizione di governo israeliana di uscirne al piu' presto, e ha accusato ancora Olmert di svendere il Paese. L'Iran di Mahmoud Ahmadinejad assicura che "Israele non sopravvivera'". La Siria riconosce che e' stato compiuto un passo avanti, ma insiste sul "totale ritiro degli occupanti dalle terre arabe", compreso il Golan che le fu strappato nel '67. Quanto ai radicali palestinesi di Hamas, e' come se Annapolis non fosse nemmeno esista”. Questo quanto riportato da www.cooperazione.agi.it

“Abu Mazen ha definito la conferenza di Annapolis “un'enorme opportunita' per il Medio Oriente che e' ad un bivio", per lanciare il cammino verso la pace, "un cammino irreversibile". "Olmert ha mostrato un desiderio di pace che ha contribuito ad arrivare all'incontro di oggi", ha detto ancora il leader palestinese che ha anche riconosciuto che "senza lo sforzo senza riserve della Rice non saremmo qui oggi"."La pace non e' impossibile da raggiungere se c'e' la volonta'" ha continuato, sottolineando che "la pace non dipende solo dalle nazioni arabe, ma dalla fine dell'occupazione" israeliana. "Domani dobbiamo cominciare a parlare di tutte le questioni, compresa Gerusalemme" ha detto ancora riferendosi ai negoziati che cominceranno il 12 dicembre prossimo tra le parti. Uno stato israeliano che vive in sicurezza senza la preoccupazione del terrorismo e uno stato palestinese libero dal terrorismo. Spero che questo ci porti a un accordo di pace con tutti gli stati arabi. "Vogliamo la pace. Chiediamo la fine del terrore, dell'incitamento e dell'odio. Siamo disposti a un compromesso doloroso, ad accettare dei rischi per realizzare queste aspirazioni", ha detto il premier israeliano Ehud Olmert.Olmert rivolgendosi agli stati arabi li ha messi di fronte alle loro responsabilità: "Sono contento di vedere qui i rappresentanti di molti stati arabi che non hanno relazioni diplomatiche con Israele. E' giunta l'ora che facciano questa scelta dolorosa per la nascita di un nuovo stato palestinese".Bush ha aggiunto che se la 'visione' del Medio Oriente che emerge da Annapolis fallisce, per la regione si aprira' "un futuro di violenza e di terrore senza fine".  "Se i leader palestinesi non riusciranno ad attuare questa visione - ha detto Bush - una generazione di palestinesi finira' nelle mani degli estremisti".
Secondo il presidente americano tutti devono fare la loro parte: i palestinesi nel combattere il terrorismo, gli israeliani ponendo fine all'occupazione iniziata nel '67, gli stati arabi nel riconoscere Israele e nel sostenere i palestinesi, la comunità internazionale. Bush ha assicurato che gli Stati Uniti aiuteranno i palestinesi e anche il Libano che ha bisogno di democrazia. L'obiettivo della Conferenza di Annapolis sul Medio Oriente è quello di far ripartire il negoziato, non di concludere un accordo, ha ribadito il presidente americano,  che ha sottolineato che il momento è storico per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi. E' arrivato "il momento giusto" per la pace tra israeliani e palestinesi. “ Così www.rainews24.it  riporta la notizia.

"Siamo determinati a mettere fine al bagno di sangue, alle sofferenze, a decenni di conflitto tra i nostri popoli", afferma la dichiarazione sancita oggi ad Annapolis da una stretta di mano tra Olmert e Abu Mazen, con Bush al centro sorridente. Resta da vedere se questa stretta di mano diventerà un documento storico o andrà ad aggiungersi alle tante occasioni perdute sulla strada della eterna ricerca di pace tra i due popoli. Alla conferenza hanno partecipato 50 tra Paesi e organismi internazionali, compresi la Siria e l'Arabia Saudita. Il presidente Bush, affermando che Annapolis "é solo l'inizio" del "duro lavoro" e dei "difficili compromessi" che attendono nelle prossime settimane e nei prossimi mesi israeliani e palestinesi, ha ribadito che "questo è il momento giusto" per rilanciare il processo di pace. Secondo Bush, che ha parlato di "occasione storica", è il momento giusto per una serie di ragioni: perché "israeliani e palestinesi hanno leader determinati a raggiungere la pace", perché "é in corso una battaglia per il futuro del Medio Oriente" e anche perché "il mondo comprende l'importanza e l'urgenza di sostenere questi negoziati". Il presidente americano ha sottolineato che raggiungere la meta di uno Stato palestinese "non sarà un traguardo facile". "Molto lavoro deve essere fatto - ha detto Bush - Ma le parti possono operare con fiducia. Perché è il momento giusto. Perché la causa è giusta. Con molto impegno è possibile avere successo". Il premier israeliano Ehud Olmert, facendo eco a Bush, ha detto nel suo intervento che "é giunto il momento". "Vogliamo la pace. Chiediamo la fine del terrore, dell'incitamento all'odio - ha detto Olmert - Siamo pronti a fare dolorosi compromessi, anche rischiosi, per realizzare questa aspirazione alla pace". "I negoziati tra di noi non saranno qui ad Annapolis - ha aggiunto Olmert - ma piuttosto nella nostra casa e nella vostra. Saranno negoziati diretti, bilaterali, continui in uno sforzo per completarli entro la fine del 2008". Olmert ha espresso ottimismo: "Penso che riusciremo a raggiungere un accordo in sintonia con la visione del presidente Bush, due Stati per due popoli". Il premier israeliano, rivolgendosi ai numerosi paesi arabi presenti alla conferenza (inclusi siriani e sauditi) ha detto che "non c'é un solo paese arabo con cui non cerchiamo la pace. Non c'é alcun paese musulmano con cui non vogliamo stabilire relazioni. A tutti coloro che desiderano pace con noi diamo il benvenuto dal profondo del nostro cuore. E' giunto il momento anche per voi: è il momento di mettere fine al boicottaggio nei confronti dello stato di Israele". Olmert ha ribadito di "non credere che possa esistere strada diversa dalla pace, che non esista soluzione diversa da quella di due stati per due popoli" . Queste le notizie annunciate dall’agenzia di stampa www.ansa.it il 27 novembre.

 

 

 

Anche in dall’Italia il vertice è stato seguito con attenzione poiché ha portato personalità illustri della politica italiana ad esprimersi su ciò che sta accadendo:

L'avvio del negoziato per un accordo di pace tra israeliani e palestinesi annunciato alla conferenza di Annapolis e' "un passo importante e coraggioso": ad affermarlo e' stato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, al termine della colazione di lavoro seguita alla sessione inaugurale della Conferenza. "Siamo tutti alla prova", ha sottolineato il titolare della Farnesina, secondo il quale l'accordo per la creazione di uno Stato palestinese entro il 2008 "non e' questione di tempo, ma di volonta' politica.” Questo quanto evidenziato da www.adkronos.com

 Ed anche dal Vaticano non tardano ad arrivare i commenti: "Ho visto con vera gioia questo primo passo compiuto nel Maryland: adesso mi auguro che la tempistica proposta sia attuata se, come sembra gia' nel prossimo anno, dovrebbe esserci qualcosa di piu' concreto di questo annuncio". Il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i Migranti e gli itineranti, ha commentato cosi' la conclusione della Conferenza di Annapolis a margine della presentazione del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale dei Migranti. "Annapolis - ha sottolineato - e' solo una premessa, anche se una buona premessa che incoraggia tutti quelli che sono sensibili alla situazione del Medio Oriente". Tra le cose concrete da fare, il capo dicastero ha ricordato il problema dei profughi. "I rifugiati palestinesi, come tutti gli altri rifugiati, hanno diritto - ha aggiunto - a tornare nella loro patria: mi auguro, dunque, che tutte le faccende del problema mediorientale siano prese in considerazione, come quella dei rifugiati". La notizia riportata su www.cooperazione.agi.it

 “ Effetto Annapolis: due palestinesi uccisi nella striscia di Gaza” questo è il titolo di una notizia riportata su www.arabmonitor.info  che continua dicendo: Un velivolo israeliano ha lanciato un razzo su Khan Younis, nel sud della striscia di Gaza, uccidendo due ufficiali della polizia marittima palestinese e ferendo almeno altre dieci persone.