Ricordo

del professore Enzo Sciacca

 

Ordinario di Storia delle

dottrine politiche.

Preside della Facoltà di Scienze Politiche dal 1994 al 2003

 

Enzo Sciacca ci ha lasciati.

Lo ricorderemo qui brevemente nella giornata del congedo, per poi celebrarne la commemorazione ufficiale in Facoltà con gli onori che gli competono, insieme al mondo accademico di cui ha fatto parte, rivestendo un grande ruolo.

Ci limitiamo qui a ricordare, tra Amici e Colleghi, alcuni tratti essenziali della Sua figura.

 

 

Enzo Sciacca, uomo dell’istituzione universitaria.

 

Enzo fu Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e poi Direttore fondatore del Dipartimento di Studi Politici, Coordinatore del Dottorato di ricerca, Componente del Senato Accademico, per tre mandati Preside della Facoltà di Scienze Politiche.

La Facoltà di Scienze Politiche era il Suo riferimento universitario costante. Era stato fra i giovani promotori del distacco dalla Facoltà di Giurisprudenza, dove si era formato con Vittorio Frosini, ed alla vita di Facoltà aveva partecipato intensamente a partire dagli anni mitici e un po’ avventurosi di via Reclusorio del Lume.

Dell’identità della Facoltà, della autonomia della stessa rispetto a istituzioni scientifiche d’Ateneo più antiche, aveva fatto la Sua bandiera e la ragione del Suo impegno istituzionale.

Aveva una idea precisa della Facoltà di Scienze Politiche: sapere critico e formazione culturale trasversale, fortemente ispirata da una base di storia del pensiero politico. Non poteva soffrire i tentativi di orientamento professionalizzante, non perché non fosse consapevole della necessità che i Giovani dovessero svolgere una attività professionale dopo la laurea, ma perché era fortemente convinto che una formazione culturale profonda e con radici interdisciplinari fosse sufficiente a formare buoni professionisti.

Soffrì molto dell’introduzione della riforma didattica. Alla Conferenza dei Presidi, in Facoltà, in tutte le sedi in cui poteva, sosteneva la tesi che a succedere al vecchio Corso di laurea in Scienze Politiche dovesse essere un Corso di laurea unico, con più indirizzi, e non una pluralità di Corsi.

Non in nome di una posizione di conservazione, l’idea di essere conservatore lo atterriva, ma in nome di una unità dei saperi che aveva difeso appassionatamente.

Introdotta la riforma, seppe stare alle regole del gioco. Con coraggio e impegno non comuni, pur essendo ormai quasi alla fine della carriera, si mise a disposizione della Facoltà per coordinare un Corso di Laurea specialistica in Storia contemporanea.

Nella vicenda della dipartimentalizzazione, alla metà degli anni ’80, con grande entusiasmo si era speso per l’attuazione della nuova normativa di riorganizzazione della didattica e della ricerca.

Di Lui la Facoltà ricorderà sempre l’impegno continuo, la presenza di servizio, la disponibilità, il lavoro intenso per l’istituzione e, soprattutto, il profondo attaccamento all’identità culturale, scientifica, organizzativa.

 

 

Enzo Sciacca, uomo di scienza.

 

Enzo Sciacca era straordinariamente attratto dai processi ideali e culturali di formazione della “modernità”. Si impegnò sempre, con passione, originalità e sacrificio, nello studio dei processi che dal Rinascimento avevano portato all’Illuminismo e poi alle varie ispirazioni del Pensiero socialista, con un lavoro attento, entusiasta e generoso. Era profondamente convinto della necessità di trovare un fondamento alla laicità e alla democraticità dello Stato. Cercava quel fondamento nelle riletture di Machiavelli, nelle rivisitazioni del pensiero dei grandi illuministi, nel socialismo, soprattutto quello degli Autori non marxisti.

Ebbe una fortuna: quella di poter costituire una Scuola, formata da un gruppo di Allievi impegnati e attenti, che hanno conseguito brillanti risultati e certo ancora molti altri ne conseguiranno, come era nei desideri e nell’orgoglio del Maestro.

Enzo era instancabile nell’attività di ricerca e di studio. Mi aveva annunciato un nuovo saggio e, contemporaneamente, produceva, con interesse e freschezza di passione, presentazioni, articoli, contributi a congressi. In un volume sulla storia degli ideali liberali in Sicilia, che presenteremo presto, era tornato a riflettere sulla storia del pensiero autonomistico e sulla formazione degli ideali di libertà nell’Isola, sui rapporti con il grande pensiero europeo, sulle fonti della ricerca.

Sulle fonti, in particolare, Enzo si era sempre impegnato, costituendo in Facoltà un apparato documentale di riproduzioni che consentirà, ancora per molti anni, ai Giovani di sviluppare ricerca e approfondimenti.

Al caro Fabrizio, che di Enzo ha seguito gli orientamenti, e a tutti gli Allievi che continueranno a sviluppare i grandi temi della ricerca di Enzo, va in questo momento l’espressione della nostra partecipazione al dolore della Scuola, nella certezza che sapranno onorare l’insegnamento del Maestro.

 

 

Enzo Sciacca, uomo di passione politica.

 

La fede laica e l’ispirazione socialista di cui Enzo andava orgoglioso, pur essendo sempre straordinariamente tollerante ed attento al dialogo con chi pensava in modo diverso dal Suo, non si fermarono al tavolo di lavoro. Egli non era un “socialista della cattedra”. Si impegnò attivamente, con passione e convinzione, anche pagando di persona, con il sacrificio del suo tempo e del suo lavoro, nella vita sociale e politica. Fu Segretario del Sindacato universitario della CGIL, attivamente impegnato, anche con ruoli di responsabilità anche in attività sindacali di portata generale e ben più vasta del solo interesse universitario.

Nella intensa stagione politica degli anni ’70 e ’80 fu tra i protagonisti del dibattito ideale e organizzativo che avrebbe portato a svolte decisive del Partito Socialista Italiano, della cui storia, peraltro, si era acutamente interessato, promuovendo studi e ricerche, ma anche partecipando alla riflessione e alla riforma.

Enzo era un riformista convinto. La sua azione politica era sempre attenta alla mediazione e alla costruzione di rapporti positivi, nonostante, ogni tanto, per simpatico vezzo, agli amici come me, che non condividevano le Sue posizioni, amasse proclamare la Sua ispirazione “rivoluzionaria”: lo conoscevamo fin troppo bene, anche sotto questo aspetto, per lasciarci impressionare e, alla fine, ridevamo insieme.

L’amicizia, per Lui, andava ben oltre ogni differenza di pensiero e solo delle crisi dell’amicizia si doleva, profondamente e con sofferenza.

 

 

Enzo Sciacca, uomo dell’accoglienza e dei rapporti di amicizia.

 

Con Enzo non si poteva litigare. Personalmente ci ho provato in tante occasioni, senza mai riuscirci veramente. Alla fine mi sono ritrovato a sostenerLo esplicitamente e senza retropensieri nelle Sue elezioni a Preside della Facoltà, tutte le volte in cui si potè candidare, senza mai pentirmi.

La sua posizione di costante difesa degli studenti e delle posizioni più deboli in Consiglio di Facoltà e nella gestione quotidiana dei rapporti non era effetto di una posizione “politica”, era il risultato di una autentica fede nella necessità di rapporti umani autentici e solidali.

Ognuno di noi ha il dovere di ricordare l’amicizia di Enzo in occasioni difficili della esperienza professionale e la disponibilità all’incontro, al dialogo, alla valutazione di tutti gli aspetti di ogni vicenda.

Ognuno di noi lo ricorderà con affetto, con riconoscenza, con devozione perché ha speso la propria vita, fino in fondo, lasciandoci mentre era ancora in servizio attivo e generoso.

La Facoltà e l’Università Lo ricorderanno come uno dei Maestri più attenti e sensibili.

La sua Acireale, nella quale si appresta a riposare dopo l’ultimo saluto, lo ricorderà come uno dei suoi Figli più illustri.

La Moglie Rina e i figli Fabrizio e Giuseppe, le Nuore e i Nipoti potranno sempre andare orgogliosi del loro Enzo.

A Loro le nostre più sentite e affettuose condoglianze.

 

Giuseppe Vecchio